“L’irrigazione sta salvando l’agricoltura italiana”. Parola dell’Anbi
Il ruolo dei 157mila chilometri di canali a uso irriguo. “Ma le riserve idriche cominciano a scarseggiare”, avverte il presidente dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, Massimo Gargano
“Se c’è un’agricoltura che sta soffrendo gravemente la siccità, ce ne è anche una che resiste grazie all’irrigazione, gestita dai Consorzi di bonifica”. Ad affermarlo è Massimo Gargano, presidente dell’Anbi, l’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, che evidenzia l’indispensabile ruolo svolto dagli oltre 157mila chilometri di canali a uso irriguo al servizio di 3.124.786 ettari bagnati, nel rispetto del minimo deflusso vitale e delle disponibilità idriche, da una potenzialità di circa 2.186 metri cubi, cioè oltre due milioni di litri d’acqua al secondo.
“È questa realtà che ha salvato l’80% della produzione di pomodoro, il 70% di quella di mais e il 60% di soia dalle calure africane di quest’anno”, prosegue Gargano. Va anche sottolineato lo sforzo operato dai Consorzi di bonifica per ottimizzare l’uso irriguo delle acque, ben rappresentato dai quasi 74mila chilometri di condotte tubate e dall’operatività, in dieci regioni, di Irriframe (“sistema esperto” che, attraverso la combinazione di più parametri fornisce all’agricoltore, via computer o sms, il miglior consiglio per l’irrigazione), indicato come esempio anche dall’Unione europea.
“Siamo la croce rossa delle campagne italiane – sostiene il presidente – e l’esperienza di quest’anno dimostra, in maniera ancora una volta purtroppo emergenziale, la necessità di rilanciare il Piano irriguo nazionale che, allo stato attuale, prevede interventi per 595.484.000 euro, assai lontani dal fabbisogno di circa 7 miliardi individuato dal Cipe ancora nel 2004. Temo molto la mancanza di nuovi stanziamenti per un settore, l’irrigazione, che le condizioni climatiche dimostrano priorità strategica per lo sviluppo economico, tenuto conto che è indispensabile alla competitività del sistema agricolo, per la qualità delle produzioni, per la sicurezza alimentare e per il contributo alle energie rinnovabili”.
Secondo i dati dell’Anbi, infatti, circa l’87% del made in Italy agroalimentare dipende, sia pure in grado diverso, dall’irrigazione; e le esportazioni agricole italiane, a loro volta, sono costituite per i due terzi del loro valore da prodotti ottenuti in territori irrigati.