La provincia stoppa i test all’inceneritore di Parma. Iren: normale iter
La multiutility chiede di non strumentalizzare le ulteriori verifiche chieste dalle amministrazioni. Ma il comune a 5 Stella attacca: “Individuare i responsabili dell’avvio anticipato”
“È inutile strumentalizzare situazioni che rientrano nella normalità dell’iter costruttivo: tutti gli impianti devono effettuare attività di verifica e test preliminari alla messa in esercizio”. Così la multiutility Iren replica, in una nota della controllata Iren Ambiente, allo stop delle nuove prove d’avvio per l’inceneritore di Parma, deciso dalla provincia e apprezzato dal comune a 5 Stelle.
“Non si tratta – prosegue la nota – di accelerazioni nell’avvio dell’impianto, ma del dovuto scrupolo e della dovuta responsabilità tecnica da parte di chi, con professionalità, sta costruendo un impianto a tecnologia avanzata”. Allo stato attuale, l’inceneritore è in fase di esercizio provvisorio: questa fase, chiarisce Iren Ambiente, “viene realizzata proprio allo scopo di condurre tutte le verifiche necessarie per provare gli apparati e le strumentazioni dell’impianto, anche in condizione di stress, e testare il corretto funzionamento di tutti i sistemi automatici di sicurezza”. La fase preliminare di accensione, già effettuata alla fine di aprile, era stata autorizzata da tutti gli enti di controllo.
Il comune: individuare i responsabili dell’avvio anticipato – “La provincia ci ha dato ragione: sin da subito abbiamo sostenuto che l’inceneritore non fosse pronto a partire, proprio perché la sua costruzione non soddisfaceva molti dei requisiti minimi”: così aveva detto Gabriele Folli, assessore all’Ambiente della giunta del sindaco a 5 Stelle, Federico Pizzarotti, dopo lo decisione della provincia di Parma di bloccare le nuove prove di avvio chieste da Iren.
“Lo stop all’impianto – ha sostenuto Folli – non è ostruzionismo: rafforzare l’attività di controllo va nella direzione del rispetto delle norme di legge. Auspichiamo dunque che anche all’interno di Iren vengano individuate le responsabilità di chi ha fortemente voluto questo avvio anticipato”.