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Stavolta le fiamme sviluppatesi nella ditta per lo stoccaggio di rifiuti non hanno provocato problemi. S’indaga sulle cause

Nuovo incendio all'interno dell'area dell'azienda di trattamento rifiuti Eredi Bertè di Mortara (Pavia). A differenza di quanto accaduto dopo il rogo del 6 settembre 2017, quando scattò un allarme per l'ambiente in questa zona della Lomellina, stavolta le fiamme sviluppatesi nella ditta per lo stoccaggio di rifiuti non hanno provocato problemi. A confermarlo è stato Marco Facchinotti, sindaco di Mortara, che ha escluso rischi per la popolazione e per l'ambiente. Di conseguenza non verranno adottate ordinanze restrittive sul consumo della verdura, come era avvenuto invece l'anno scorso.
 
L'Ats di Pavia sottolinea, in una relazione, che "l'incendio si è sviluppato su una parte dei rifiuti (corrispondente visivamente al 15 per cento della massa complessiva) ancora presente sul piazzale interessato già dall'incendio del 6 settembre 2017". Proseguono nel frattempo le indagini dei carabinieri per risalire alle cause di questo secondo incendio: l'origine dolosa sembra la più attendibile. L'area della Eredi Bertè è sotto sequestro dal settembre dello scorso anno.
 
Arpa Lombardia ha inviato alla Procura di Pavia e all'Ats di Pavia i dati delle analisi effettuati a Mortara (Pavia) dopo il nuovo incendio divampato venerdì 22 giugno all'azienda di stoccaggio rifiuti Eredi Bertè. Nella serata di venerdì è stata registrata una soglia di 0,92 picogrammi per metro cubo di diossine e furani. "Si tratta di concentrazioni - sottolinea la nota di Arpa - contenute rispetto ad altri incendi di analoghe dimensioni e portata, e che sono rientrate ampiamente nella normalità già nel campionamento effettuato sabato 23 giugno". Sul nuovo incendio avvenuto alla Eredi Bertè, dopo quello ben più preoccupante del settembre 2017, sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri.