Siccità. Per Anbi la situazione al Nord è ancora critica, ma il Po esce dai minimi storici
Le recenti piogge non hanno dato il sollievo sperato. Il Presidente Vincenzi: serve creare rete di piccoli e medi invasi
Le recenti piogge non hanno dato significativi apporti alla soluzione delle criticità idriche, che stanno colpendo soprattutto il Nord Italia, mentre "escono dai minimi storici le portate del fiume Po, restando comunque al 70% della media storica". Lo rileva l'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi), il cui presidente Francesco Vincenzi spiega che "scarsi livelli pluviometrici e crescente urbanizzazione riducono la permanenza dell'acqua sul territorio. Per questo è necessario creare una rete di piccoli e medi invasi, capaci di trattenere le piogge" da utilizzare "nei momenti di bisogno".
Migliore la situazione al sud, con l'eccezione della Calabria.
Il 90% delle piogge finite in mare
Il direttore generale di Anbi Massimo Gargano ha detto che aumentare le disponibilità idriche è "determinante per l'autosufficienza alimentare ed energetica. Ancora una volta, il 90% della pioggia caduta è andata inutilizzata verso il mare: è come avere un serbatoio bucato". L'Osservatorio Anbi delle risorse idriche osserva che "diventa strutturale la sofferenza idrica del nord, mentre al sud piove sul bagnato", con un'ottima situazione in Basilicata e buona in Puglia. Meno bene la Calabria, mentre in Sicilia la pioggia ha favorito solo alcune zone.