Stop alla fusione tra Iren Ambiente e Amiu: il consiglio comunale di Genova boccia il matrimonio
L’obiettivo della giunta Doria era portare il socio privato sopra il 51% di Amiu entro il 2017
Lo fusione tra Iren Ambiente e Amiu a Genova non si farà. Lo ha deciso il Consiglio comunale cittadino, il quale ha respinto la delibera che doveva “definire i criteri operativi con cui aggregare la società partecipata per la raccolta dei rifiuti alla multitutility del Nord Ovest.” 19 i voti contrari, 14 favorevoli, 6 gli astenuti sui 39 presenti. A favore si sono espressi Pd, Sel, Lista Doria (solo due consiglieri) e Progresso Ligure. Contrari FdS, M5S, Effetto Genova, Lega Nord, Udc, Forza Italia, FdI-An, Ncd, due consigliere della Lista Doria (Marianna Pederzolli e Clizia Nicolella), Conservatori e Riformisti. Astenuti Lista Musso, Percorso Comune, Possibile e un consigliere della Lista Doria.
L’obiettivo fallito della giunta Doria era portare il socio privato sopra il 51% di Amiu entro il 2017. Una quarantina di lavoratori Amiu e cittadini contrari alla privatizzazione hanno festeggiato il “no” all’operazione dagli spalti della sala consiliare.
A tre mesi dalla scadenza naturale del suo mandato, l'amministrazione del sindaco arancione ha ricevuto un colpo fatale, andando sotto in Consiglio comunale sul piano rifiuti. L'ingresso di Iren in Amiu con il 51% era stato fortemente caldeggiato dal sindaco, secondo il quale era l'unico modo per salvare la municipalizzata e i suoi lavoratori e far uscire Genova dall'emergenza rifiuti, fortemente segnata dalla chiusura della discarica di Scarpino.
“Sconcerta che la Giunta Doria abbia portato in Consiglio comunale l'alleanza industriale tra Amiu e Iren a due mesi da fine mandato, un piano con molti punti deboli; il centrodestra è favorevole alle privatizzazioni, ma il nostro cartellino è rosso”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine dei lavori del Consiglio regionale. “Il centrodestra - ha aggiunto - è favorevole all'ingresso dei privati nel ciclo dei rifiuti genovese, all'anno zero nonostante le nostre sollecitazioni, ma il piano della Giunta Doria ha alcune pecche: l'assenza di investimenti strategici sul nostro territorio, della tenuta del piano nel lungo periodo. Ci sono molte cose che non tornano nel piano: non chiarisce gli investimenti, dove saranno smaltiti i rifiuti, quali impianti saranno istallati in Liguria e come sarà messo in sicurezza il sistema”. Per il Movimento 5 Stelle, “è stato un tentativo di creare un vero e proprio regime di monopolio nella gestione dei rifiuti, che accentra il controllo nelle mani di un solo soggetto a Genova. E, nel 2020, la nuova società potrebbe verosimilmente aggiudicarsi l’appalto di gara per l’Ato unico ligure, estendendo il controllo su tutta la regione”.