Analisi Isac Cnr – L’estate sta finendo e la siccità non se ne va
Il maltempo è arrivato sulla penisola dopo una stagione con il 48% di pioggia in meno. Ora il rischio frane e smottamenti. Coldiretti: il caldo secco ha bruciato nei campi il 10% del Pil agricolo
Il maltempo con nubifragi e grandine si è abbattuto sull’Italia nell’estate più secca degli ultimi 25 anni, con precipitazioni dimezzate (meno 48%) che hanno reso i terreni secchi con il rischio concreto che si verifichino frane e smottamenti. Per il nostro paese, come confermano i dati dell’Isac Cnr, è stata la seconda estate più calda dal 1800 ad oggi, con una anomalia di +2,32 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento 1971-2000. Più caldo, secondo l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, è stato solo il 2003 con 3,72 gradi in più rispetto alla media.
L’estate 2012 si colloca così all’11esimo posto tra quelle più siccitose degli ultimi duecento anni. Questo non ha fatto che aggravare un periodo di carenza idrica che si protrae da molti mesi. Soprattutto per il nord Italia, dove il deficit di precipitazione dall’inizio dell’anno è del 33% rispetto alla media, il secondo per siccità degli ultimi settanta anni, dopo quello del 2003: in quell’anno, nei primi otto mesi, il deficit fu -47%.
Nelle stime della Coldiretti, le alte temperature e la siccità hanno fatto perdere in valore oltre il 10% del Pil agricolo.
L’arrivo del maltempo con la grandine ha ora provocato danni irreversibili a macchia di leopardo a coltivazioni molto sensibili come tabacco, frutta e soprattutto l’uva in attesa di vendemmia. E la siccità aveva già tagliato drasticamente i raccolti di mais, pomodoro, barbabietola e girasole con danni che – sulla base del monitoraggio regionale della Coldiretti – ammontano a 3 miliardi di euro. Le regioni più colpite sono state il Veneto e l’Emilia Romagna, con danni gravi che si sono verificati in Toscana, Lombardia, Puglia, Umbria e Marche.