Animalìe/2 – La Lav chiede che la Ue trasferisca al ministero la competenza sugli orsi trentini
Sentenze e controsentenze hanno da anni tolto allo Stato la competenza sugli animali del Trentino, provincia autonoma secondo la Costituzione. Galletti sull’orsa Daniza. Individuato l’uccisore di un orso in Abruzzo
L’autonomia della provincia di Trento è sancita dalla Costituzione e “domina” sulla legge dello Stato, che assegna al ministero dell’Ambiente la competenza sugli orsi. Ci sono state numerose sentenze che hanno condannato ogni tentativo del ministero di occuparsi degli orsi del Trentino.
Dopo l’uccisione casuale dell’orsa Daniza, provocata involontariamente da una squadra della provincia autonoma, la Lega antivivisezionista (Lav) chiede che l’Europa trasferisca al ministero dell’Ambiente la gestione degli orsi trentini. Ovviamente, la Lav usa un linguaggio suo: l’Europa dovrebbe “costringere” il ministro Galletti ad assumersi la responsabilità degli orsi trentini (quando diverse sentenze hanno costretto il ministero dell’Ambiente a non occuparsi degli orsi trentini).
Secondo la Lav, “la Commissione europea costringa il ministro dell'Ambiente Galletti a riprendere la patria potestà dei cuccioli di Daniza, eseguendo un Piano attivo per la loro attiva tutela in natura con il Corpo Forestale dello Stato, e sospenda la sua parte dei finanziamenti per il ripopolamento degli orsi nelle Alpi centro-orientali. La modifica unilaterale dell'Accordo per la protezione dell'orso bruno, la violazione del dettato dei progetti comunitari Life, l'esplicita volontà da parte della Provincia di Trento di azzerare la presenza dei plantigradi sul proprio territorio, sono chiare. Altro che un errore sull'anestetico sparato a Daniza, questo è un danno per i progetti di conservazione della specie, e quindi della politica ambientale nazionale ed europea. Lo Stato riprenda a fare lo Stato, Galletti faccia il ministro dello Stato e non attenda inutili veline da Trento".
Inoltre, la Lav esprime soddisfazione per le indagini condotte dalla Forestale che in Abruzzo ha individuato un indagato per l'efferata uccisione di un orso. L’associazione chiede che la Procura della Repubblica di Sulmona contesti all'uccisore dell'orso non solo il reato previsto dall’articolo 544 bis del Codice penale (“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”) ma anche il furto venatorio (articoli 624 e 625 comma 7) e la distruzione di specie protetta (articolo 727 bis). “Ciò è fondamentale per migliorare la già positiva indagine del Corpo Forestale dello Stato, dato che si tratta di reati contro tutti e contro lo Stato e visto che l'orso è una specie particolarmente protetta, anche a livello internazionale. La Lav chiede al Prefetto dell'Aquila di revocare immediatamente la licenza di caccia e il porto d'armi all'indagato.
Governo e Parlamento integrino la Legge 189 del 2004, prevedendo l'applicazione delle misure cautelari personali fondamentali per chi si macchia di tali delitti al fine di non farli reiterare e attivando intercettazioni e il mandato di arresto europeo per crimini sovranazionali”.
“La biodiversità va salvaguardata, un parco per essere un valore sia ambientale che economico hanno bisogno di una biodiversità completa”. Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. “Io dico con forza una cosa: passata l'emotività su quello che è accaduto, che io comprendo, oggi dobbiamo riflettere, anche dal punto di vista culturale, su come far convivere alcuni animali come l'orso, ma penso anche ai cinghiali o ai lupi in altre zone, con l’uomo pacificamente, in completa sicurezza reciproca. È un tema difficile ma cercheremo di farlo”.
"Dal 2010 ad oggi sono 13 gli orsi bruni marsicani uccisi nel centro Italia da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute. L'orso trovato morto vicino Pettorano sul Gizio è, dunque, solo l'ultimo di una lunga serie e i dati dimostrano che abbiamo perso in soli 4 anni un quarto della popolazione di questa sottospecie, in 1 anno il 10%, che è stimata in circa 50 esemplari". L'allarme viene lanciato dal Wwf.