La battaglia del glifosato. Il rinnovo dell’autorizzazione è ancora sospeso
Le posizioni a confronto. Contro il diserbante sono Italia, Francia e Germania. A favore una maggioranza troppo stretta
Contenzioso nei giorni scorsi fra i 28 governi Ue e la commissione Ue sul rinnovo dell’autorizzazione europea al glifosato, l'erbicida più diffuso al mondo.
Il 30 giugno scadrà l’autorizzazione europea di 15 anni all’utilizzo del diserbante, che fu sintetizzato negli anni ’70 dalla multinazionale Monsanto e il cui brevetto è scaduto da anni: oltre alla Monsanto, che lo commercializza con il nome Roundup, il glifosato è prodotto da altre aziende nel mondo.
Il dibattito europeo - Al momento del voto sul rinnovo dell'autorizzazione per un massimo di 18 mesi, in attesa della valutazione sui rischi per la salute dell'Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), gli Stati membri hanno deciso di non decidere, come fatto decine di altre volte per l'import degli organismi geneticamente modificati.
L'obiettivo è passare la palla alla Commissione europea, perché dia il via libera al posto loro.
Italia, Francia e Germania, insieme ad Austria, Grecia, Portogallo e Lussemburgo, si sono astenuti.
Malta è stato l'unico Paese a votare contro, mentre gli altri 20 Paesi Ue hanno votato a favore, totalizzando il 52,91% dei voti, insufficiente a dare il disco verde.
Secondo la procedura, la Commissione europea può ora ricorrere a un Comitato d'appello chiedendo una nuova votazione e, in caso di un ulteriore stallo, dare autonomamente via libera alla sua proposta.
Nel caso in cui l'esecutivo Ue decida di non rinnovare il permesso per altri 18 mesi, gli Stati membri avranno un massimo di 6 mesi per esaurire le scorte ancora in vendita e un massimo di 18 mesi, in totale, per fare uso di quelle già acquistate.
La questione scientifica - Il nodo da sciogliere è a livello medico-scientifico.
Dapprima il glifosato è stato classificato come “probabilmente cancerogeno” dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell'Oms.
Poi è stato classificato “probabilmente non cancerogeno” dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
Infine il comitato di esperti sui residui di pesticidi nei cibi e nell'ambiente di Fao e Oms ha affermato che è "improbabile che l'assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l'uomo".
Il commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, ha ricordato come l'esecutivo Ue approvi "solo la sostanza, il principio attivo, ma poi gli Stati membri hanno la possibilità di bandirli e limitarne l'uso, non devono nascondersi dietro la decisione della Commissione europea".
Le posizioni - Gli agricoltori europei, rappresentati dal Copa-Cogeca, si dicono "delusi dall'assenza di progressi e preoccupati per le conseguenze per il settore". Secondo gli ambientalisti di Greenpeace "serve un chiaro divieto a livello Ue". “L'ennesimo rinvio europeo sul glifosato è il risultato della mobilitazione di 2 milioni di cittadini europei che hanno sottoscritto la petizione contro il rinnovo dell'erbicida, di cui 153 mila solo in Italia”. Lo afferma Maria Grazia Mammuccini, la portavoce della coalizione italiana Stopglifosato, nel precisare che “la decisione rinviata per l'ennesima volta indica la difficoltà a trovare una soluzione condivisa facendo ben sperare per il voto finale”.
La replica dei produttori - “Non ci sono evidenze scientifiche che giustifichino la riduzione del periodo di autorizzazione rispetto agli ordinari 15 anni”. Lo afferma Agrofarma, commentando la nuova mancata decisione sul rinnovo per il glifosato oggi in Ue. Bene, secondo l'Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, “l'apprezzamento per la volontà dell'esecutivo europeo di giungere a una decisione sostenuta da una maggioranza qualificata di Stati membri”, ma esprime preoccupazione “di fronte al fatto che questa non si sia concretizzata nemmeno di fronte all'ultima proposta della Commissione”. L'Associazione, “consapevole delle preoccupazioni in una parte dell'opinione pubblica, ritiene che le prove a sostegno del rinnovo dell'autorizzazione siano chiare e inconfutabili, nonché sostenute dalle autorità regolatorie di tutto il mondo e non solo europee”.