In breve. Insediato il comitato del Fondo Clima, l’aria padana migliora ma non basta e altre notizie
In Toscana la lotta ai contagi portati dagli animali, cooperazione verde italiana nei Caraibi, sul Pniec chiedono coerenza Wwf, Greenpeace, Legambiente e altri
Il Fondo Clima del ministero dell’Ambiente
Si è insediato il Comitato di indirizzo del Fondo italiano per il Clima. Alla riunione, presieduta dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, hanno preso parte in qualità di membri del comitato, il viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli e il sottosegretario all’Economia Lucia Albano. Il Fondo è il principale strumento pubblico nazionale per perseguire gli obiettivi assunti dal nostro Paese nell’ambito degli accordi internazionali su clima e ambiente. Con l’insediamento si dà avvio alle attività, agli interventi e alla definizione delle priorità di investimento. Il comitato di indirizzo ha dato mandato all’organo gestore del fondo, Cassa depositi e prestiti, di predisporre il piano di attività sulla base degli indirizzi strategici.
In Toscana il piano per contrastare le infezioni trasmissibili all’uomo
Tutto è connesso. La salute delle persone è legata a quella degli animali e dell’ambiente che ci circonda. Serve dunque un approccio multidisciplinare per difendersi da infezioni direttamente o indirettamente trasmissibili all’uomo. Con questo obiettivo e l'intendimento di rafforzare la capacità di affrontare complessi rischi sanitari, la giunta regionale della Toscana, su proposta dell’assessore al Diritto alla salute, Simone Bezzini, ha dato il via libera al piano per la sorveglianza sanitaria della fauna selvatica, che prevede tra l’altro lo stanziamento di 200mila euro (100mila per il 2023 ed altrettanti per il 2024) a favore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana Aleandri, che è l’organismo tecnico-scientifico che fornisce servizi di supporto alla Regione per la tutela della salute del cittadino attraverso la vigilanza sulla sicurezza degli alimenti e la salute degli animali che li producono.
Cooperazione nei Caraibi: prima riunione del comitato congiunto
Si è tenuta il 28 giugno, presso la rappresentanza d'Italia alle Nazioni Unite a New York, la prima riunione del comitato congiunto nel quadro del protocollo d’intesa tra il Minambiente e i 9 Paesi dell’area caraibica (Antigua e Barbuda, Belize, Dominica, Guyana, Haiti, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine e Suriname) che lo hanno sottoscritto. A sottolineare l’importanza strategica per l’Italia della cooperazione ambientale in favore degli stati insulari dei Caraibi, fortemente colpiti dagli effetti negativi del cambiamento climatico, la riunione è stata aperta dall’Ambasciatore Plenipotenziario della Missione Permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite, Maurizio Massari, e dall’Inviato Speciale per i Paesi caraibici, Gianni Piccato.
La qualità dell’aria migliora ma non basta: una ricerca
Mentre le rilevazioni della qualità dell’aria migliorano (nella foto: l’andamento del biossido di azoto negli ultimi anni in Lombardia), l’organizzazione ambientalista Cittadini per l’aria ha condotto una rilevazione della qualità dell’aria a Milano e Roma individuando che è ancora presente l’inquinamento da biossido di azoto, e quindi chiede interventi aggiuntivi. Monitorando dal 4 febbraio al 4 marzo, i cittadini delle aree metropolitane di Milano e Roma hanno rilevato le concentrazioni di biossido di azoto (NO2). In alcuni punti le concentrazioni di biossido di azoto superano il limite di legge imposto dalla Direttiva sulla qualità dell’aria 2008/50/CE (40 μg/m³, cioè microgrammi contenuti in ogni metro cubo d’aria). Il primato in negativo è stato rilevato a Milano sui grandi viali di scorrimento come viale Tibaldi (71 µg/m³), via Rombon (76,3), viale Marche (74,2), viale Monte Ceneri (63,4 µg/m³). “La Regione ha enormi responsabilità risalenti ad una pianificazione addirittura dannosa in tema di qualità dell’aria che, non a caso, mostra un sostanziale stallo delle concentrazioni degli inquinanti a livello regionale ormai da diversi anni. È altresì cruciale che il Governo dia maggior sostegno - oggi insufficiente - alle politiche di mobilità delle aree urbane incrementando i fondi disponibili per il trasporto ferroviario su base regionale, il trasporto pubblico, la ciclabilità, semplificando e rendendo più agile l'implementazione delle politiche per la mobilità attiva. Anche entro il Comune di Milano, tuttavia, le politiche sono da tempo in affanno, se non ferme dallo scoppio della pandemia”, protesta Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria.
Il PNIEC non piace alle organizzazioni ecologiste
Il PNIEC (Piano nazionale integrato energia e clima) sembra non avere una visione chiara, è contraddittorio e, pur dicendo di voler perseguire la decarbonizzazione, prende per buoni molti diversivi per rallentarla: questo il giudizio delle associazioni Wwf e Legambiente e delle organizzazioni di pressione Greenpeace, Kyoto Club e Transport&Environment alla lettura della sintesi inviata dal Minambiente a Bruxelles. Gli obiettivi sulle rinnovabili elettriche arrivano al 65% al 2030 “quando molte organizzazioni di settore, associazioni ambientaliste ed istituti di ricerca sostengono si possa fare decisamente di più”. Pare troppo rilevante il ruolo assegnato al metano e “si dà persino ampio risalto ai nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna”. Inoltre le organizzazioni ecologiste contestano nucleare, biocarburanti, cattura e sequestro del carbonio, il ruolo assegnato all’idrogeno, la mancanza di indirizzi chiari alla decarbonizzazione dei trasporti. “Appaiono positivi gli impegni (ancorché non supportati da target numerici) per la mobilità dolce, lo spostamento modale verso forme di trasporto più sostenibili, lo sharing e il potenziamento del trasporto pubblico locale. Ugualmente positive appaiono le stime per il contributo dell’elettricità rinnovabile al trasporto su strada e a quello su rotaia”. Sul tema è intervenuto anche il deputato cinquestelle Enrico Cappelletti: “Il governo avrebbe dovuto tenere una consultazione trasparente e partecipata, come oltretutto è previsto dal regolamento europeo. Una consultazione tenuta tramite un questionario è non solo insufficiente, ma non rispetta le regole comunitarie”.