Ecologia

Gli attivisti accusano: la compagnia “è tra i killer del clima”

Un gruppo di attivisti di Greenpeace è entrato in azione giorni fa a Roma, scalando un palazzo che si trova di fronte al quartier generale dell’Eni nel giorno dell'assemblea degli azionisti. Sospesi a 50 metri di altezza, i climber hanno dispiegato un enorme striscione con il messaggio “Eni killer del clima” e la testa del famoso Cane a sei zampe raffigurato mentre le fiamme del logo bruciano il pianeta. L’azione dimostrativa fa seguito a quella del giorno prima, quando nel laghetto antistante la sede del colosso petrolifero è stata portata la riproduzione galleggiante di un iceberg che si scioglie.
 
Il motivo della protesta
“Oggi abbiamo scalato la facciata di un edificio di fronte alla sede di Eni per contestare l’impegno dell’azienda contro i cambiamenti climatici, che è appunto solo di facciata”. I progetti di sostenibilità della società sono definiti “false soluzioni per compensare le emissioni, come la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS) o i progetti di conservazione delle foreste nell’ambito del sistema REDD+, che servono solo come alibi per continuare a bruciare gas fossile e petrolio”, afferma Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.