Il Manifesto dei geologi: dodici mosse per sfidare terremoti e burocrazia
Tra le richieste, un’autorità regionale per approvare in fretta le opere strategiche e una nuova legge mineraria. Quasi sette milioni gli edifici italiani a rischio. Leggi il documento integrale in pagina Approfondimenti. Ancora scosse in Garfagnana
Meno burocrazia e maggiore rispetto per le scienze geologiche: anche i geologi hanno il loro manifesto, presentato proprio mentre la terra della Garfagnana ha ripreso a tremare.
In occasione delle prossime elezioni politiche il Consiglio nazionale dei geologi, a nome di tutta la comunità geologica italiana, vuole verificare in questo modo la presenza e la condivisione nei programmi elettorali del tema del buon governo del territorio. “La crisi economica non deve diventare l’alibi per non affrontare un problema che non è più rimandabile”, sottolinea il Cng. La gestione del territorio, infatti, “non è un costo ma un volano per l’economia, oltre che indicativo del grado di civiltà di una nazione”.
A tutti i candidati premier e ai partiti i geologi hanno inviato il Manifesto in 12 punti, tra i quali spiccano la richiesta di accorpamento di alcuni enti per evitare sovrapposizioni e l’eccessiva frammentazione di competenze, l’istituzione di un’autorità regionale per l’approvazione di opere strategiche per ridurre i tempi degli iter burocratici e benefici fiscali ai privati che adeguano i propri edifici riducendo il rischio idrogeologico. Ogni edificio dovrà essere dotato del Libretto del fabbricato e tolleranza zero nei confronti dell’abusivismo. Ancora, non deve più essere possibile attuare con soldi pubblici interventi di messa in sicurezza per edifici privati costruiti in zone classificate a rischio.
Infine, secondo i geologi è giunto il momento di rivedere la legge urbanistica nazionale, che risale al 1942, per sostituirla con una di governo del territorio, ed è necessario sviluppare una nuova legge mineraria che affronti le nuove sfide dell’industria (prodotti di cava, ghiaia e aggregati, cattura e stoccaggio della CO2, e così via).
I dati: 6,7 milioni gli edifici italiani a rischio – L’esperienza indica che le aree ad elevata criticità idrogeologica sono il 10% della superficie italiana e coinvolgono l’89% dei comuni, mentre le persone esposte a un elevato rischio sono almeno 6 milioni. Secondo i dati pubblicati dal Cng, gli edifici a rischio sono circa 1,2 milioni.
Il Manifesto censisce inoltre le zone a elevato rischio sismico, che sono ben oltre il 50% del territorio nazionale e interessano il 36% dei comuni; le persone esposte sono 22 milioni e gli edifici 5,5 milioni, fra i quali ovviamente scuole e ospedali, avvertono i geologi.
Scossa di magnitudo 2.3 nel lucchese – La terra non ha smesso di tremare nella Garfagnana. Una scossa di terremoto di magnitudo 2.3 è stata registrata nella notte tra domenica e lunedì in provincia di Lucca.
Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il sisma ha avuto ipocentro a 15,5 chilometri di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni di Barga, Castelnuovo di Garfagnana, Castiglione di Garfagnana, Coreglia Antelminelli, Fosciandora, Gallicano, Molazzana, Pieve Fosciana e Villa Collemandina. Non si hanno al momento segnalazioni di danni a persone o cose.
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