Il nimby del riciclo. La Kme ritira il progetto di un impianto per riciclare gli scarti delle cartiere
Il pirogassificatore avrebbe usato come combustibile i materiali di risulta della raccolta differenziata
La Kme Italy, azienda di fusione e lavorazione di metalli non ferrosi, assediata dai no e dai comitati nimby, ha "ritirato la richiesta di Via e Aia per la realizzazione della piattaforma energetica per l'autoproduzione di energia elettrica", il cosiddetto pirogassificatore, nello stabilimento di Fornaci di Barga (Lucca). L’impianto progettato intendeva fornire elettricità in autoproduzione allo stabilimento metallurgico usando un processo di gassificazione (cioè non la combustione in una caldaia convenzionale) e un combustibile da riciclo, gli scart della raccolta differenziata della carta da riciclo.
Lo rende noto la stessa società che ribadisce "la ferma intenzione di portare avanti il progetto" e spiega, in una nota, di "ricorrere allo strumento tecnico del ritiro al solo fine di prendere in considerazione alcuni aspetti di natura urbanistica che risulteranno a seguito della definizione di contenziosi legali in corso, onde perfezionare il progetto in tutti i suoi aspetti". Il progetto sarà quindi ripresentato in tempi brevi. "Kme rimane infatti fortemente convinta delle sue potenzialità per una crescita produttiva, sostenibile e sempre più inserita in una vera interpretazione dell'economia circolare tanto che tale modello è in fase di studio anche nelle altre unità produttive del gruppo". Per Kme, "resta anche da rilevare come questa vicenda confermi l'atteggiamento di una classe politica e amministrativa ipocrita, che quasi sempre ai generici quanto solenni proclami su innovazione e sostenibilità, al momento di decidere è capace solo di fuggire dalle proprie responsabilità. Grandi proclami pubblici per impianti sostenibili e innovativi, ma poi all'atto pratico, purché 'non nel mio giardino’ o 'non nel mio ambito amministrativo'".
Qualche dettaglio. La Kme, azienda leader in Europa per i prodotti intermedi di rame e leghe di rame, è presente a Fornaci di Barga con uno stabilimento produttivo che rappresenta il secondo stabilimento del gruppo (e il primo in Italia) per dimensione, volumi di fatturato e dipendenti; nello stabilimento si producono laminati in rame e ottone, lingottiere per la colata continua dell’acciaio, cavi di isolamento, per una produzione totale di 55mila tonnellate con 560 dipendenti.
I quattro capisaldi del progetto industriale Kme si sostanziano nell’aumentare i volumi produttivi dello stabilimento incrementando la capacità della fabbrica; ridurre i costi energetici avviando un processo di autoproduzione con l’utilizzo degli scarti delle cartiere di Lucca, creare un polo dell'economia circolare,
favorire il recupero dell'occupazione. L’autoproduzione di energia elettrica persegue l'obiettivo di ridurre il costo dell'energia al fine di incrementare la competitività dello stabilimento fortemente energivoro.
Nel distretto cartario di Lucca la produzione si attesta annualmente a circa 1,85 milioni di tonnellate annue di carta, e una parte consistente della produzione di carta avviene con l’utilizzo di carta da macero proveniente dal recupero della carta. Da ciò la produzione annuale di circa 120mila tonnellate di scarti da selezione della carta che vengono destinati a smaltimento in impianti ubicati fuori regione oppure in discariche regionali.
Si tratta di materiali di risulta della carta da macero, come le finestrelle trasparenti delle buste bancarie, le spirali di rilegatura, gli involucri delle riviste: materiali che tramite un processo di trasformazione in gas combustibile sarebbero diventati la fonte energetica della centrale elettrica.
L’opposizione nimby è stata molto forte, appoggiata anche da interventi di politici ad alta visibilità. E alla fine l’azienda ha dovuto fermare il progetto, per il momento.