Nucleare. Tutto sul deposito delle scorie e i piani della Sogin
Sarà realizzato in una zona a bassa sismicità e lontano da fiumi. Nel 2017 smantellamenti pari a 63,2 milioni di euro
Sul tema del futuro deposito nazionale delle scorie nucleari "ci aspettiamo dal nuovo governo un dibattito sereno, aperto, trasparente dal punto di vista tecnico, che possa evidenziare i rischi limitati di questa struttura e i benefici per il territorio". Lo ha detto l'amministratore delegato di Sogin (la società pubblica per lo smantellamento degli impianti nucleari), Luca Desiata, a una conferenza stampa a Roma su bilancio 2017 e prospettive 2018 della società.
La mappa Cnapi del deposito - Desiata ha spiegato che Sogin attende il nulla osta dalle autorità competenti (i ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente) per pubblicare la Cnapi, la mappa dei siti in Italia dove può essere costruito il deposito. “Una volta pubblicata, partirà un processo trasparente di condivisione con i territori per mostrare i rischi limitati e i vantaggi".
Il deposito - Per Desiata il deposito è "una infrastruttura essenziale per la messa in sicurezza delle scorie, un progetto a bassissimo rischio ambientale. Siamo consapevoli delle difficoltà che troverà presso l'opinione pubblica. Per questo pensiamo che il processo decisionale debba essere il più possibile condiviso con il territorio. Parliamo di meno di 100mila metri cubi di rifiuti radioattivi di cui 78mila a bassa e media attività. Sogin è in attesa del nulla osta dalle autorità competenti e una volta ricevuto pubblicheremo la mappa Cnapi e inizierà il confronto".
Dove costruire il deposito - "I criteri tecnici per individuare il sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari sono la sismicità (il territorio non deve essere sismico), il criterio idrogeologico, cioè il terreno deve essere stabile e lontano dall'acqua, e la lontananza da insediamenti urbani e industriali", ha aggiunto Luca Desiata. "I siti delle ex centrali nucleari non sono adatti perché una centrale atomica deve sorgere vicino a corsi d'acqua. Anche i siti degli altri depositi temporanei non sono adatti, perché stanno tutti vicino all'acqua". Il Comune che ospiterà il deposito nazionale secondo Desiata avrà due tipi di vantaggi: per l'occupazione legata alla costruzione e gestione dell'impianto, e per le compensazioni pubbliche ai territori che ospitano materiali radioattivi.
I costi del deposito - "L'investimento complessivo per il Deposito è di 1,5 miliardi di euro - ha spiegato Desiata. - La costruzione impiegherà 2.000 persone per 4 anni. In esercizio il deposito e il parco tecnologico daranno lavoro a 700 persone per 50-60 anni". Il deposito per Sogin dovrebbe entrare in funzione nel 2025. Se i tempi si allungheranno, ha detto Desiata, "dovremo sopportare costi maggiori per l'ampliamento dei depositi esistenti e lo stoccaggio all'estero. Non entro nel merito delle decisioni governative, è un nulla osta che deve essere supportato in modo solido. Noi lo riteniamo un progetto essenziale, a bassissimo rischio ambientale ma siamo consapevoli delle difficoltà che il progetto incontrerà. Il nulla osta deve essere il più solido e condiviso possibile" aggiunge. "Noi possiamo dire che siamo pronti a pubblicare la Cnapi anche in questi giorni e che il processo sarà condiviso con i territori" ricordando che sarà avviata una ampia consultazione pubblica e che i benefici per il territorio saranno essenzialmente occupazionali "per un lungo arco di tempo di 50-60 anni" oltre a compensazioni economiche.
L’opera di decommissioning - "A livello di spesa siamo a metà del guado, per quanto riguarda lo smantellamento a fine 2017 siamo attorno al 30%, possiamo dire che siamo a poco meno di un terzo del processo di decomissioning". Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin, la società che ha il compito di smantellare gli impianti nucleari e gestire i rifiuti radioattivi, traccia il bilancio dell'anno trascorso illustrando i dati di consuntivo.
"Il 2017 è stato per Sogin un anno di forte ripresa delle attività di decommissioning e di implementazione di un processo aziendale volto a razionalizzare e riorganizzare la struttura. Sogin ha realizzato un volume di attività di smantellamento pari a 63,2 milioni di euro (erano 53,8 nel 2016) superiore del 13% rispetto alla media degli-ultimi sette anni (2010-2016) e il secondo miglior risultato, dopo il 2015, in termini economici da quando la società è stata costituita".
I conti della Sogin - Inoltre, sottolinea l'ad, "per la prima volta l'organico aziendale del gruppo è diminuito significativamente : -94 unità rispetto al picco massimo di marzo 2016 con un risparmio di 5,9 milioni". Desiata ha poi sottolineato la riduzione, per la prima volta, dei costi a vita intera collegati alla gestione del ciclo del combustibile nucleare, con un contenimento di 26 milioni di euro grazie alla rinegoziazione di alcuni contratti "onerosi con inglesi e francesi". Infine il gruppo ha triplicato, rispetto al 2016, il valore delle commesse per terzi in Italia e all'estero passate da 6,3 a 20,8 milioni di euro. "Questo è motivo di particolare orgoglio perché spesso ci si dimentica che la società ha un patrimonio specialistico unico in Italia. A livello europeo ci sono state riconosciute competenze analoghe a quelle di colossi come Edf".
I programmi per il 2018 - Per il 2018, Sogin a livello economico punta ad un trend di ulteriore contenimento dei costi operativi e al consolidamento organizzativo. Gli obiettivi strategici previsti entro l'anno, ha elencato Desiata, sono: la conclusione della bonifica, nei prossimi mesi, della Fossa 7.1 nell'impianto Itrec di Rotondella (Matera), le attività preliminari per l'attacco ai vessel delle centrali di Trino (Vercelli) e Garigliano (Caserta); la conclusione del decommisioning dell'impianto di Bosco Marengo (Alessandria), dove sarà raggiunta la cosiddetta fase di brownfield. Nel corso del 2018 Sogin lavorerà per riprogrammare gli iter di gara per terminare i lavori di realizzazione del complesso Cemex a Saluggia (Vercelli) e dell'impianto Icpf a Rotondella (Matera).
Con la legge di bilancio 2018 è stato affidato a Sogin il decommisioning del reattore Ispra-1, situato nel complesso del Joint Researche Centro di Ispra (Varese).