Rifiuti. Dopo l’incendio al Tmb Salario di Roma. I retroscena
Lupo (Arpa) racconta alla commissione Ecomafie gli effetti dell’incendio di un mese fa. Quali rifiuti sono stati trovati. I test e le analisi. Problemi ricorrenti
La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, chiamata in breve Commissione Ecomafie, presieduta da Stefano Vignaroli, ha ascoltato il direttore generale di Arpa Lazio, Marco Lupo. Il tema dell'audizione, seguito di quella tenutasi il 19 dicembre 2018, è stato l'incendio all'impianto di trattamento meccanico-biologico (Tmb) di rifiuti del Salario a Roma, avvenuto nella notte tra il 10 e l'11 dicembre scorsi.
Lupo ha delineato un quadro preciso delle diverse tipologie di rifiuto presenti nel sito del Tmb Salario.
"Le attività di rimozione di questi rifiuti da parte di Ama sono cominciate e dovrebbero concludersi questa settimana. Arpa ha dato indicazioni sulla gestione di tutti questi rifiuti, disponendo che se combusti vengano smaltiti come rifiuti pericolosi, se non combusti siano trattati in base al loro codice Cer originario", ha dichiarato.
Quali rifiuti - Nello specifico, Lupo ha spiegato che nella parte esterna del sito si trovano: 1.100 tonnellate di rifiuto indifferenziato non combusto situate nel piazzale, più altre 1.200 nel bacino di ricezione. Questi rifiuti sono stati classificati da Ama con il codice Cer 200301 e saranno tutti trattati nell'impianto di Rocca Cencia. Sempre nel piazzale esterno, ha aggiunto Lupo, si trovano anche 30 tonnellate di rifiuto "parzialmente combusto, coperto, sottoposto a sequestro: per questo, Ama non ha ancora fatto una caratterizzazione, aspettiamo indicazioni su come verranno smaltiti".
Le prove respirometriche - A queste frazioni se ne aggiungono altre in un'area separata da quella oggetto dell'incendio: 60 tonnellate di frazione organica stabilizzata (Fos), 300 tonnellate di scarto di raffinazione della Fos, 50 tonnellate di scarto di raffinazione del Combustibile da rifiuti (Cdr) e 150 tonnellate di Cdr. Su tutte queste frazioni, Arpa Lazio ha effettuato analisi: "Era l'ultima volta che si potevano fare indagini sull'efficacia del trattamento effettuato da quell'impianto. Sulle prime tre frazioni abbiamo misurato l'indice respirometrico dinamico potenziale, riscontrando valori superiori a 1.000, il limite massimo per lo smaltimento in discarica: 5.880 per la Fos, 4.730 per gli scarti di raffinazione della Fos e 1.440 per lo scarto di raffinazione del Cdr. La stessa Fos non dovrebbe avere elementi di putrescibilità, ma avevamo avuto l'impressione del contrario. Per quanto riguarda il Cdr, invece, abbiamo misurato il potere calorifico, ma gli esiti di quest'ultima analisi devono ancora arrivarci. Di questi rifiuti, Ama sta aspettando le sue analisi e ci farà sapere come intende smaltirli".
I problemi ricorrenti - Lupo ha infine ricordato di aver già riferito alla Commissione nel 2016 in merito alle criticità degli impianti di trattamento meccanico-biologico: "Le criticità non riguardano solo il Tmb Salario o solo gli impianti gestiti da Ama. Riscontriamo criticità anche in altri impianti e le abbiamo segnalate all'autorità giudiziaria e all'autorità competente, che in alcuni casi ha avviato procedure di riesame delle autorizzazioni, credo proprio per questo motivo".
Il resoconto stenografico dell'audizione del 2016 a cui ha fatto riferimento Lupo è consultabile qui: documenti.camera.it/leg17
Il resoconto stenografico (bozza non corretta) della prima parte dell'audizione di Lupo, svoltasi il 19 dicembre 2018, è invece consultabile qui: documenti.camera.it/leg18