Un terzo dell’umanità cuoce con la legna: 4 milioni di morti l’anno
All’Expo un incontro per diffondere fra le donne del mondo povero una cucina più sicura, sana e sostenibile
Il 38% della popolazione mondiale, pari a 2,6 miliardi di persone nel mondo, cucina sul fuoco, cioè sul focolare aperto all'interno della casa, e brucia legna. Chi pensa che questo modo “naturale” di cucinare sia sicuro ed ecologico, si sbaglia di grosso. Il focolare a fiamma di legna tipico dell’Africa Nera e di parte dell’Asia uccide 4 milioni di persone l’anno (dato Oms), intossica i polmoni, produce polveri fini (Pm10) in quantità rilevantissime, danneggia la vegetazione e ha un’efficienza energetica incomparabilmente più modesta rispetto al fornello elettrico o a gas. Il maggior danno per l’uso di legna su focolari lo subiscono le donne, che cucinano in questo modo pericoloso e ne respirano i fumi; i bambini (innumerevoli le ustioni mortali da acqua bollente); il prelievo di legna ha effetti importanti sulla vegetazione e il disboscamento che, a sua volta, accelera l'erosione del suolo.
L’uso di legna per cucinare, e l’impatto che ciò ha sulla salute, sull’ambiente, sul cibo e sulle donne, è stato al centro di un seminario che si è svolto all’Expo nel programma di incontri promossi dal Wame e si inserisce nella rassegna We-Women for Expo, progetto dell’Expo in collaborazione con il ministero degli Esteri. We-Women for Expo parla di nutrimento e sostenibilità e lo fa per la prima volta mettendo al centro di un'Esposizione Universale la cultura femminile.
“Ci sono altri aspetti estremamente gravi - afferma Heather Adair-Rohani dell'Oms - . Non dimentichiamo che a causa di questo modo di cucinare e scaldare la principale causa di morte dei bambini al di sotto dei 5 anni sono le malattie polmonari: si calcola che i fumi inalati all'interno delle case provochino circa 4.000.000 di decessi all'anno”.
Le soluzioni ci sono. Una componente importante della campagna promossa dalle Nazioni Unite verso l'energia sostenibile per tutti è la diffusione di soluzioni per cucinare in modo pulito (“clean cooking”), come ad esempio sostituire il focolare aperto con una piccola stufa efficiente. Questo è l'obiettivo della Global Alliance for Clean Cookstoves: promuovere l'adozione di stufe e combustibili più puliti in 100 milioni di famiglie entro il 2020.
“Il clean cooking è uno degli aspetti di un problema più ampio, che è quello della mancanza di accesso all'energia moderna nel mondo. Vivere senza elettricità o con un servizio non affidabile o eccessivamente costoso incide sui servizi sanitari, sull'istruzione, sul benessere delle comunità. Far conoscere queste realtà e indicare le soluzioni parzialmente già in corso di adozione e quindi espandibili e moltiplicabili è l'obiettivo di Wame, associazione nata in occasione dell'Expo di Milano”, spiega il presidente di Wame, Pippo Ranci. “Non ci rendiamo conto della dimensione di questo problema - aggiunge Kavanaugh Livingston della Global Alliance for Clean Cookstoves - ed è per noi fondamentale essere presenti ad un evento internazionale così importante come Expo 2015, perché è solo facendo sentire la nostra voce che si possono sensibilizzare gli individui, per far accrescere in loro la consapevolezza che si può fare qualcosa”.