Venezia. Il Governo ha deciso di allontanare le navi da crociera, approderanno a Marghera. Ma intanto…
Un concorso di idee da 41 milioni per spostare il traffico turistico. L’Autorità portuale protesta: l’Ambiente-Transizione ecologica blocca il dragaggio dei canali proposti
Con l‘obiettivo di tutelare un patrimonio storico-culturale non solo italiano ma del mondo intero, i ministri della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, della Cultura Dario Franceschini, del Turismo Massimo Garavaglia, e delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, hanno concordato di dirottare in via temporanea il traffico delle grandi navi da crociera dalla stazione marittima di Venezia verso il porto industriale di Marghera. L’Autorità del porto sta conducendo un concorso da 41 milioni per progettare e realizzare il nuovo scalo, ma protesta perché il ministero della Transizione ecologica, lo stesso che propugna lo spostamento delle crociere a Marghera facendo passare le navi lungo il canale dei Petroli, ha bloccato il dragaggio dei canali portuali di Marghera e del canale dei Petroli, che consentirebbe il passaggio delle navi ora difficoltoso.
Togliere le crociere a Venezia
I ministri hanno deciso di lanciare un concorso di idee per portare gli approdi del traffico turistico fuori dal porto di Venezia per “risolvere in maniera strutturale e definitiva il problema”. Già il Governo Conte aveva deciso nel 2020 con una decisione contraddittoria che le navi passeggeri dovessero spostarsi da Venezia, ma al tempo stesso dovessero mantenere a Venezia l’home port, cioè il luogo di partenza e di arrivo delle crociere, vista la disponibilità di un polo di attrazione turistica di valore mondiale, la presenza di uno dei principali aeroporti italiani e dei collegamenti con autostrade e linee ferroviarie internazionali.
L’esperienza del Redentore
Prima che la pandemia Covid bloccasse del tutto il turismo, e quindi le crociere a Venezia, ogni estate in occasione della festa acquea tradizionale del Redentore le navi da crociera venivano dirottate su un percorso lagunare alternativo. Lo stesso sindaco Luigi Brugnaro il 20 luglio 2019, giorno del Redentore, quando le crociere sono costrette a dirottare su Marghera per la chiusura del Canale della Giudecca, aveva dimostrato plasticamente che le grandi navi possono evitare il passaggio in bacino San Marco, senza scavare nuovi canali. Salito a bordo di una nave da crociera, aveva mostrato con video e cronache sui social che i giganti del mare possono percorrere il Canale dei Petroli, entrando dalla bocca di porto di Malamocco, quindi entrare nel canale Nord di Marghera e qui attraccare.
Un concorso da 41 milioni
Del resto, per un nuovo terminal crociere nel canale industriale Nord-sponda Nord di Marghera, l'Autority portuale di Venezia ha già lanciato un bando lo scorso 24 febbraio, per valutare la fattibilità tecnico economica dell'opera, che secondo alcune stime dovrebbe aggirarsi sui 41 milioni di euro.
Il bando di progettazione, per una cifra di 936.804 euro, aveva inizialmente il termine di presentazione fissato al 31 marzo, poi prorogato al 15 aprile, con termine di sei mesi per la consegna del progetto. Questo deve prevedere la progettazione di un terminal passeggeri, con relativa banchina prospiciente il Canale Industriale Nord.
Lo scopo è di recuperare a fini portuali un'area che attualmente è degradata e sottoutilizzata, con una nuova localizzazione di servizi anche a carattere urbano. Il terminal sarebbe raggiungibile dalla Bocca di Malamocco, percorrendo il canale Malamocco-Marghera, evitando così il passaggio delle Grandi Navi nel Bacino di san Marco.
Il no dell’Ambiente-Transizione ecologica ai canali di Marghera
L’Autorità del porto protesta perché il ministero della Transizione ecologica, lo stesso che propugna lo spostamento delle crociere a Marghera facendo passare le navi lungo il canale dei Petroli, ha bloccato il dragaggio dei canali portuali di Marghera e del canale dei Petroli che consentirebbe il passaggio delle navi ora difficoltoso.
Per questo motivo l’Autorità del porto (formalmente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale) ha deciso di ricorrere davanti al Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto per impugnare il decreto del Ministero della Transizione Ecologica relativo al progetto "Interventi per la protezione e la conservazione dei fondali del canale Malamocco Marghera - Opere di protezione delle Casse di Colmata". Il provvedimento ministeriale - secondo una nota - stabilisce l'assoggettamento alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale delle opere di protezione delle Casse di Colmata.
"Come annunciato - dice Cinzia Zincone, commissario straordinaria dell'Autorità Portuale - ci dobbiamo assumere la responsabilità di far emergere chiaramente il paradosso che Venezia e la sua laguna stanno vivendo. Non si può intendere altrimenti infatti il freno posto, tramite inutili rallentamenti burocratici dovuti ad adempimenti ultronei, a necessari progetti di protezione ambientale della laguna e di Venezia proprio da chi, più di tutti, è titolato e chiamato a difendere l'ambiente".