Oltre 11mila diagnosi energetiche presentate dalle imprese
Il report ENEA segnala quasi 4mila aziende energivore. L’Italia si colloca al top della classifica Ue dei Paesi più virtuosi nell’attuazione della direttiva europea sull’efficienza energetica
Sono oltre 11 mila le diagnosi energetiche relative a sedi aziendali di 9.195 imprese, di cui 3.956 energivore. È quanto emerge dal report ENEA che sarà presentato la prossima settimana. Durante le tre annualità precedenti (dicembre 2015 - dicembre 2018), erano state inviate all’ENEA 16.105 diagnosi energetiche da parte di 8.871 aziende, di cui 5.862 da grandi imprese e 2.913 energivore, con un risparmio stimato dagli interventi previsti in diagnosi di 896,3 ktep/anno. Grazie a questi risultati l’Italia si colloca al top della classifica Ue dei Paesi più virtuosi nell’attuazione della direttiva europea sull’efficienza energetica per gli audit energetici nelle aziende e i dati relativi alla nuova tornata lasciano ben sperare per il quadriennio 2019-23.
Secondo quanto stabilisce l’art. 8 del decreto legislativo 102/2014, le grandi imprese e quelle a forte consumo di energia sono tenute a effettuare e presentare all’ENEA una diagnosi energetica dei propri impianti produttivi entro dicembre 2015 e successivamente ogni 4 anni. Mentre alla prima scadenza di dicembre 2015 le diagnosi potevano essere redatte anche da tecnici non certificati, attualmente è previsto l’intervento di tecnici certificati secondo le norme UNI 11339 e UNI 11352, vale a dire EGE (Esperto in Gestione dell’Energia) ed ESCo (Energy Service Company).
Per semplificare al massimo gli adempimenti e l’invio della documentazione da parte delle imprese, ENEA ha messo online il portale "audit102", al quale si sono iscritte circa 6.500 aziende, mentre le altre sono state incluse nelle clusterizzazioni presentate dalle imprese multisito o dai gruppi di imprese. Al portale si accede previa registrazione, con particolare attenzione al ruolo che imprese e consulenti rivestono nel processo di diagnosi energetica, garantendo la responsabilità, la proprietà e la riservatezza dei dati trasmessi. Inoltre, l’ENEA ha anche creato una banca dati di tutte le diagnosi inviate.
“Al di là della scadenza quadriennale, ogni anno conta a sé, in quanto le aziende possono ‘maturare’ l’obbligo nel corso degli anni, sfalsando le prime due scadenze principali del 2015 e del 2019”, spiega Marcello Salvio del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA. “Le novità più significative della seconda tornata riguardano la standardizzazione dei report e, in particolare, del riepilogo dei consumi con annesse linee guida settoriali per la redazione della diagnosi, realizzate in collaborazione con le associazioni di categoria; i requisiti minimi di una diagnosi standard; la matrice di sistema per le imprese certificate ISO 50001; le linee guida per il monitoraggio, sia nel settore industriale che nel terziario, fondamentali nella seconda tornata in quanto gli audit dovevano essere corredati di un apposito piano di monitoraggio dei consumi. Tutte le attività ENEA in questo ambito sono state portate avanti in collaborazione con il MISE”, conclude Salvio.