Testa (Enea) in audizione: certificazione “pubblica” per aumentare l’efficienza energetica
La proposta è stata avanzata dal presidente dell’Enea nel corso di un’audizione in merito alla strategia Ue su riscaldamento e raffreddamento. Il documento è in Approfondimenti
In Italia bisognerebbe interrogarsi sul perché si faccia molto meno efficienza energetica di quella che dovremmo fare. Lo ha affermato il presidente dell'Enea, Federico Testa, nel corso dell'audizione sulle strategia Ue su riscaldamento e raffreddamento alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, sollecitando tra l’altro interventi di certificazione dei progetti da parte di un ente pubblico - Enea, Gse o Università - per renderli bancabili.
“C'è un problema - ha sostenuto - : quello di trovare gli strumenti per rendere operative le cose che condividiamo tutti”. Per Testa “l'efficienza energetica ha alcuni problemi di replicabilità degli interventi e difficoltà da parte degli istituti finanziari ad erogare risorse sui progetti”. “Industria e privati hanno fatto qualcosa, ma manca ancora tutto l'intervento sui condomini anni '50 e '60, che sono il grande problema che abbiamo in Italia, anche per i meccanismi tipici dei condomini. C'è bisogno di individuare quali sono i motivi per cui finora non si è fatto e trovare la maniera con cui affrontarli e risolverli”. Fondamentale, secondo il presidente Testa, è poi rendere fruibili i meccanismi finanziari a sostegno dell'efficientamento energetico, “incentivi, fondo di garanzia del Mise e poi intervento della Cassa depositi e prestiti”. “Bisogna fare in modo che quegli interventi siano collegati a dei precisi standard tecnici finora mai presi in esame, altrimenti la cosa non funziona - ha concluso Testa -. In tal senso sarebbe estremamente importante, per fluidificare questi processi, inserire all'interno dei meccanismi una sorta di certificazione di affidabilità del progetto e dei risultati che si ottengono, una “bollinatura” effettuata da soggetti pubblici, soprattutto in presenza di fondi pubblici. Può farlo l'Enea, ma anche le Università o il Gse, con l'obiettivo di rendere bancabili i progetti, altrimenti anche se si fa il fondo di garanzia, nel caso in cui il soggetto che richiede non sia bancabile di suo, allora le banche i soldi non li danno. Si devono quindi cercare vie anche legislative per venirne fuori, altrimenti si resta come adesso, cioè tutti dicono di voler fare efficienza ma i soldi non arrivano”.
Il documento Enea presentato in audizione lo trovi in Approfondimenti