Tredici miliardi di benefici dal risparmio di energia. La road map in dieci punti
Primo incontro a Milano in vista degli Stati generali della green economy. L’assemblea programmatica ha stimato i benefici che il paese può ottenere grazie all’efficienza energetica
Le importazioni di energia costano 64 miliardi l’anno all’Italia. Ridurre del 20% i consumi, grazie all’efficienza energetica, consentirebbe di risparmiare 12,8 miliardi l’anno (un valore pari all’entità degli incentivi delle rinnovabili elettriche) con benefici per il paese e per l’ambiente.
Le “dieci tesi” per avviare una road map virtuosa attraverso il risparmio e l’efficienza sono state discusse a Milano dall’Assemblea programmatica su efficienza e risparmio energetico, il secondo degli appuntamenti preparatori degli Stati generali della green economy, organizzati dal ministero dell’Ambiente e dal Comitato organizzatore che comprende 39 associazioni di eco-imprese, che si svolgeranno a Rimini il 7 e 8 novembre prossimi nell’ambito di Ecomondo. “L’intensità energetica dell’Italia è relativamente bassa – ha detto Gianni Silvestrini, coordinatore del gruppo di lavoro sull’efficienza e risparmio e direttore del Kyoto Club, – ma questa posizione virtuosa ha visto solo lievi miglioramenti nell’ultimo ventennio, al contrario della maggior parte dei paesi europei che hanno invece ridotto in maniera notevole il valore dell’intensità. In Italia, malgrado la formulazione di diversi piani per l’efficienza energetica non molto ambiziosi, è finora mancata una strategia complessiva su questo fronte. Le politiche di incentivazione adottate dai governi – ha concluso l’esperto – hanno ottenuto in alcuni casi risultati interessanti, ma sono state prive di coordinamento, senza certezze e senza un orizzonte di lungo periodo”.
Ecco le dieci tappe della road map per l’efficienza energetica:
1. Incrementare e razionalizzare gli investimenti e gli incentivi. Gli investimenti nel campo dell’efficienza coinvolgono decine di migliaia di imprese nazionali e portano un beneficio complessivo dal 50 al 500% più elevato rispetto agli oneri sostenuti dallo stato (in Germania è stato valutato un rapporto da uno a cinque tra incentivi e entrate).
2. Avviare un forte raccordo organizzativo tra tutte le associazioni delle rinnovabili e dell’efficienza al fine di dialogare con maggiore efficacia con il governo.
3. Tenere conto, a livello normativo e delle incentivazioni, delle sinergie tra rinnovabili ed efficienza energetica destinate a rafforzarsi in settori come la nuova edilizia ad alte prestazioni energetiche, le smart grid e le riqualificazioni edilizie.
4. Applicare la nuova direttiva sull’efficienza energetica che prevede, tra l’altro, una road map al 2050 per la riqualificazione del parco edilizio e definisce l’obbligo di intervenire sul 3% dell’edilizia governativa ogni anno (l’edilizia pubblica spende 5 miliardi l’anno di energia con consumi elevatissimi). L’obiettivo del 3% potrebbe essere esteso al proprio patrimonio dalle province e dalle regioni più avanzate; vanno fatti partire dieci cantieri “esemplari”.
5. Definire, a partire dal 2015, per i nuovi edifici e le ristrutturazioni, nuove soglie di consumo massimo del 20% inferiori rispetto a quanto previsto dalle norme attuali per preparare il comparto dell’edilizia alla scadenza del 2021, quando tutte le nuove costruzioni dovranno essere “nearly zero energy”.
6. Garantire certezza nel tempo agli strumenti di incentivazione come le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche – ripristinando il 55% – e la prosecuzione al 2020 dei certificati bianchi, la principale arma per l’efficienza che potrà consentire un risparmio annuo, al 2020, di 11-13 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.
7. Ridare forza, a partire da seri controlli, alla certificazione energetica degli edifici, uno strumento in grado di trasformare il mercato come è avvenuto per gli elettrodomestici nell’ultimo decennio.
8. Sostenere le piccole industrie non sottoposte alla direttiva emission trading, che hanno difficoltà a identificare i vantaggi ottenibili con interventi di efficienza, attraverso incentivi per avviare audit energetici.
9. Migliorare l’efficienza degli usi elettrici che presentano un doppio dividendo: a quello diretto si somma quello derivante dalla riduzione della necessità di costruire nuove centrali. In Europa con interventi spinti sul fronte dell’illuminazione si potrebbero risparmiare 28 miliardi ed evitare la costruzione di decine di nuove centrali.
10. Stimolare soluzioni innovative per finanziare gli interventi di efficienza (deroghe al patto di stabilità per gli enti locali che si impegnano in questo percorso, finanziamento tramite terzi, fondi di rotazione, energy performance contract, valorizzazione esco e così via).
Per info e suggerimenti: www.fondazionesvilupposostenibile.org/dtln-1004-Stati_generali_della_Green_economy%2C_costituito_Comitato_organizzatore_e_8_gruppi_di_lavoro?cid=72005