Arera. Besseghini: fuori dalla bolletta i costi del nucleare e gli sgravi agli energivori
Sono le proposte in commissione Industria del Senato del presidente dell'Arera, che vorrebbe finanziare gli oneri generali con parte dei proventi delle aste Ets
È opportuno un intervento legislativo volto al trasferimento alla fiscalità generale degli oneri generali di sistema; lo ribadisce il documento presentato in commissione Industria del Senato dal presidente dell'Arera Stefano Besseghini.
“In particolare - si legge nel documento presentato - l’Autorità ritiene che debbano essere fin da subito eliminati dalla bolletta elettrica gli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile e quelli finalizzati al contrasto della povertà energetica. Tra le voci che, secondo tale criterio, potrebbero essere subito spostate in fiscalità generale, vi sono, in particolare, le componenti relative alla copertura dei costi connessi allo smantellamento delle centrali elettronucleari dismesse e alla chiusura del ciclo del combustibile nucleare, nonché alla copertura del regime tariffario speciale riconosciuto alla società Rfi per i consumi di energia elettrica relativi ai servizi ferroviari su rete tradizionale". "Tali trasferimenti consentirebbero una riduzione, in termini di fabbisogno di competenza 2020, di quasi 1 miliardo di euro all’anno. Tra le voci da spostare sin da ora alla fiscalità generale vi sarebbero anche le quote di oneri generali relative agli sgravi riconosciuti alle imprese energivore, che, allo stato, sono pagate dagli altri utenti (famiglie e imprese non energivore) come un sovrappiù sulla medesima componente, per oltre 1,5 miliardi di euro all’anno. In più, risulterebbe utile destinare direttamente al finanziamento degli oneri generali almeno una parte dei proventi delle aste Ets, dal momento che hanno finalità simili a quelle attualmente finanziate dagli oneri presenti in bolletta".
Fondi europei per gli investimenti energetici - Il documento insiste anche sul fatto che "destinare parte delle risorse finanziarie che si stanno approntando per la ripresa economica e la transizione verde - così come delineata dal Piano nazionale energia clima e dal Green deal - agli investimenti nei settori energetici non comporterebbe un aggravio di ulteriori voci in bolletta. Questo permetterebbe, peraltro, di non compromettere la progressiva e graduale diminuzione dell'onere complessivo, i cui effetti inizieranno ad essere percepibili dalla metà di questa decade". Circa il completamento del processo di liberalizzazione del mercato elettrico, poi, l'Autorità considera di “rafforzare innanzitutto gli strumenti di informazione, di formazione e di trasparenza a beneficio dei consumatori, nonché raccogliere le loro esigenze tramite appositi 'canali di ascolto' ". L'obiettivo è quindi "accompagnare il cliente nel processo di completa apertura e di evoluzione del mercato elettrico, potenziando o innovando gli strumenti finalizzati a comprendere meglio le proprie esigenze, in termini quantitativi e qualitativi".
Dispacciamento - "L’assetto concorrenziale del mercato del dispacciamento è strutturalmente critico, con specifico riguardo al Mezzogiorno, ma lo scenario di prezzi bassi che ha caratterizzato il primo semestre di quest’anno ha esacerbato situazioni nelle quali possono presentarsi opportunità, per gli operatori, di esercizio del potere di mercato". "L’Autorità ha completato uno specifico monitoraggio del dispacciamento e ha avviato un’analisi dei comportamenti tenuti dagli operatori".
Incidenza sempre maggiore degli oneri generali - La voce 'Oneri generali' ha assunto un'incidenza sempre maggiore nella bolletta domestica, attualmente al 21,8% della spesa annua per il cliente domestico tipo servito in regime di maggior tutela. Tale incidenza risulta superiore a quella dei corrispettivi dei servizi di rete a copertura di costi di trasmissione, di distribuzione e misura, pari ora al 20,4% della spesa annua.
“Questo peso considerevole - ha osservato Besseghini - può avere un impatto sul processo di liberalizzazione del mercato della vendita al dettaglio, perché riduce la capacità di scelta e di comprensione dell'offerta da parte dei clienti finali. La percezione della possibilità di risparmio per chi cambia fornitore risulta fuorviata, considerato che la parte di prezzo determinata dal mercato è molto contenuta, rispetto al totale della spesa sostenuta dal cliente".