Assemblea Assoelettrica. Testa: consumi ai livelli del 1992, ma finalmente hanno smesso di calare
Il presidente di Assoelettrica Chicco Testa, nel suo intervento sul DM rinnovabili non-Fv, ha detto che con risorse limitate non è razionale spingere verso la realizzazione di piccoli impianti
“Non sono ancora disponibili i dati ufficiali 2014 relativi alla domanda di energia elettrica per settore, ma è ragionevole stimare che i consumi da parte dell'industria siano stati di circa 121 miliardi di kWh: un valore analogo a quello del 1992. Questo mentre quelli del settore terziario e del domestico ristagnano da ormai tre anni”. Sono i dati forniti dal presidente di Assoelettrica Chicco Testa durante l'assemblea annuale a Milano. “A pagare il prezzo più alto di questo drastico ridimensionamento - spiega - sono state le imprese, che negli ultimi anni hanno effettuato ingenti investimenti per realizzare nuovi impianti di generazione, per lo più cicli combinati a gas ad altissima efficienza”.
Le notizie non sono tutte negative: “Finalmente, negli ultimi mesi, dopo più di tre anni, il rapporto mensile di Terna ha smesso di vedere il solito segno vistosamente in negativo alla voce domanda elettrica. Il risultato è che la crisi economica e, in una misura probabilmente più limitata, l'efficientamento sul lato degli usi finali di energia elettrica, hanno determinato un calo della potenza di picco richiesta dal sistema a poco più di 51mila MW ed una riduzione dei consumi che nel 2014 si è fissata ad un meno 3% rispetto al 2013, con valori ormai inferiori a quelli del 2002”.
Decreto rinnovabili, irrazionale sostenere i piccoli impianti - Testa ha parlato nel suo intervento anche del decreto Rinnovabili non fotovoltaiche. “Il nuovo Dm in fase di definizione rappresenta un provvedimento ponte, con un arco di applicazione limitato al 2016, che non risponde dunque alla necessità di una strategia di sviluppo delle fonti rinnovabili di medio-lungo periodo per il perseguimento dei nuovi obiettivi europei al 2030”. “Riteniamo debba essere segnalata una incongruenza di fondo nell'impostazione del nuovo provvedimento - aggiunge Testa -. In un contesto di risorse limitate non ci sembra razionale spingere verso la realizzazione di piccoli impianti, a più alto livello unitario di incentivazione, rispetto a impianti di taglia più grande che consentirebbero di massimizzare il risultato, in termini di nuova produzione, a parità di risorse impegnate”.
Integrazione europea - Secondo il presidente di Assoelettrica, l'ulteriore sviluppo delle rinnovabili “deve avvenire in un quadro di rinnovamento e di integrazione europea dei mercati elettrici nazionali, pena rendere sempre più fragile la complessa architettura dei singoli sistemi elettrici nazionali. Occorre, insomma, chiarirsi bene le idee e tenere conto fin d'ora degli obiettivi ormai acquisiti a livello europeo”. Detto questo, l'Europa ci indica che i futuri meccanismi di incentivazione dovranno rendere le fonti rinnovabili competitive mediante regimi di sostegno flessibili e rispondenti al trend dei costi di produzione. “I mezzi più efficaci sono - conclude Testa - gli strumenti di mercato, come aste e procedure di gara competitive aperte a tutti i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili che competono su un piano di parità” al fine di “garantire che le sovvenzioni siano ridotte al minimo, in vista di una loro completa eliminazione. Dobbiamo insomma evitare di ripetere certi errori del passato”.