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Caro Bersani ti scrivo - Un dipendente della Tirreno Power invia una lettera a chi avviò la vendita delle Genco

where Savona when Lun, 30/05/2016 who michele

Un lavoratore di Vado Ligure scrive una lettera aperta al ministro dell’Industria che decise di mettere in vendita le grandi centrali elettriche Enel. Oggi si trova a rischio licenziamento e con un grosso problema previdenziale

Aveva vinto il concorso all’Enel ed era stato assunto nel 1989. Non immaginava che la centrale elettrica per cui lavorava, la Genco3 diventata poi Interpower, sarebbe stata messa in vendita nell’ambito del piano di liberalizzazione del settore energia voluto dall’allora Governo D’Alema, ma spinto soprattutto dal ministro dell’Industria Pier Luigi Bersani. È a lui che un lavoratore della centraletirrenopower.jpgcentrale a carbone di Vado Ligure - oggi a rischio di licenziamento per la crisi del settore termoelettrico - si rivolge con una lettera aperta per parlare della propria posizione lavorativa e contributiva.
 
“Caro onorevole Bersani, le scrivo come operaio della Tirreno Power della centrale termoelettrica di Vado Ligure. Sono ormai più di dieci anni che a seguito di un decreto, che lei certamente ricorderà, metà delle centrali di produzione di energia elettrica della società ENEL sono state poste sul mercato in tre blocchi (GENCO) per essere acquistate da privati. La GENCO 3 in cui è stata inserita la centrale di Vado Ligure è diventata poi INTERPOWER e dopo la vendita TIRRENO POWER. Qui già nasce il primo rammarico perché dopo aver vinto un concorso per diventare un dipendente ENEL ci siamo trovati "sorteggiati" per passare al settore privato. Va bè, succede, il libero mercato avanza e qualcuno deve sottostare.
Il secondo rammarico è dovuto al fatto che la sperata riduzione del costo dell'energia elettrica si è verificata solo nella parte generazione. In questi giorni infatti il prezzo medio di vendita dell'energia a TERNA da parte dei produttori oscilla tra 30 e 40 € al megawatt (3 o 4 centesimi di euro al kilowatt) mentre all'utente finale costa dai 25 ai 40 centesimi al kilowatt (250-400 € al Megawatt ). Il rammarico non è per i produttori che sono presenti sul mercato anche come distributori e quindi se non guadagnano con la mano destra si rifanno con la sinistra, ma per i cittadini che non hanno assolutamente visto una riduzione del costo della bolletta obiettivo della privatizzazione del settore.
Ora però il settore dell'energia sta cambiando. Il ricorso alle energie rinnovabili sta diventando importante in termini percentuali e per il rispetto dell'ambiente si vuole abbandonare i combustibili fossili più inquinanti quali il petrolio e il carbone e come cittadino non posso che esserne felice.
La centrale di Vado Ligure ,che ha due gruppi alimentati a carbone e due alimentati a gas, è al centro di una vicenda giudiziaria con un sequestro preventivo della magistratura riguardante la parte a carbone. Non mi inoltro nella vicenda che si protrae dal marzo 2014 perché è come sempre in questi casi intricata ma vorrei affrontarne gli sviluppi ormai inevitabili che riguardano i lavoratori del sito.
Nulla posso eccepire se per il libero mercato, colpe della proprietà (ancora da dimostrare visto che il decreto di fermata della centrale inizia con "pur rispettando limiti di legge…"), scelte ambientali, scelte dell'azienda (che non vuole più investire) o altro io e i miei colleghi ci ritroveremo senza lavoro perché ormai è così che va. Nella nostra provincia ormai tutta l'industria è in abbandono e nel cerchio delle amicizie e dei familiari la perdita del posto di lavoro è routine.
Il vero grande rammarico è che per lavoratori di mezza età come me del settore elettrico perdere il posto oggi è un vero dramma . Nel mio caso ad esempio sono stato assunto nel 1989 e ho maturato quindi 27 anni di contribuzione che per legge ( e non mia scelta) sono stato costretto a versare nel fondo di previdenza per lavoratori di ENEL e delle aziende elettriche. Tale fondo dal 1°gennaio 2000 è stato soppresso. Se io continuassi a lavorare nel settore elettrico non ci sarebbero grandi problemi, ma se io nel 2017 iniziassi una qualunque altra attività andrei a versare i contributi nel fondo INPS. Il trasferimento dei miei precedenti contributi nel fondo pensioni dei lavoratori dipendenti e ora oneroso (parliamo di 200.000-300.000 € [leggasi duecentomila-trecentomila euro]) .
In assenza di tale operazione (improponibile) io mi troverò alla età di 70 anni con due versamenti parziali in due fondi diversi che non so a cosa mi daranno diritto ma sicuramente non ad una pensione decorosa in funzione di 50 anni di lavoro. Ecco dove nasce un profondo disagio : ero ENEL ma mi son sacrificato per un bene superiore, ho perso il lavoro ma per il bene ambientale e del paese, cambio lavoro visto che devo essere flessibile e non attaccato al solito posto fisso, ma perché poi tutto questo mi porta ad una punizione finale inaccettabile?. Possibile che lavorando per 50 anni in regola nello stesso paese (purtroppo è il mio) io abbia due prestazioni pensionistiche minime diverse e separate?. Ebbene perché scrivo a lei? Non per contestare le scelte di allora quando Lei e il Presidente del Consiglio in carica Onorevole D'Alema avete fatto questa scelta ma perché il lavoro allora iniziato non è stato completato con quelle norme di tutela minime che sarebbero necessarie in un paese evoluto che vuole cambiare.
Il caso dei lavoratori di Tirreno Power è il primo del settore perché saremo i primi a perdere il posto da ex lavoratori ENEL e a doverci inserire in settori diversi da quello elettrico ma temo potrà riproporsi nei prossimi anni (spero di no) per ex colleghi di altre società. Quindi le chiedo: non è possibile affrontare questa problematica di ricongiunzione contributiva risparmiando ai lavoratori, che in tutto questo non hanno MAI potuto scegliere nulla, quello che è di fatto il nuovo versamento dei contributi nel nuovo fondo generale?
Grato del tempo che spero mi abbia voluto dedicare la porgo i miei più distinti saluti”

immagini
Centrale Tirreno Power di Vado Ligure
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