Elettricità

Erano stati accusati di disastro ambientale a causa delle emissioni prodotte dalla centrale termoelettrica. In primo grado c’erano state due condanne a tre anni

La corte d'appello di Venezia ha assolto perché - il fatto non sussiste - gli ex amministratori di Enel Franco Tatò, Paolo Scaroni e Fulvio Conti: l’accusa era di presunto pericolo di disastro ambientale causato dalle emissioni della centrale termoelettrica di Porto Tolle, sul delta del Po. La sentenza è stata emessa in settimana. In primo grado, davanti al tribunale di Rovigo, Tatò e Scaroni erano stati condannati a tre anni di reclusione, mentre Conti era stato assolto perché il fatto non costituisce reato. La corte ha inoltre revocato tutti i risarcimenti alle parti già decisi in primo grado. La sentenza rigetta di fatto le richieste presentate dalla procura rodigina e dalla parti civili, che chiedevano il riconoscimento del titolo di reato riconducibile alla consumazione del disastro ambientale e non al solo pericolo, come deciso dai giudici del tribunale, accogliendo invece le richieste delle difese che chiedevano l'assoluzione con formula piena da tutti i resti degli ex vertici di Enel.  “Siamo molto soddisfatti - ha detto il legale di Scaroni, l'avvocato Enrico De Castiglione - dell'esito del processo d'appello. Non abbiamo mai avuto dubbi sulla correttezza dell'operato del dottor Scaroni ed eravamo fiduciosi che questa sarebbe stata riconosciuta”.