Enel annuncia l’abbandono definitivo del progetto di riconversione di Porto Tolle
Tutta colpa della crisi della domanda di energia. Enel conferma la volontà di salvaguardare l’occupazione. Esultano gli ambientalisti, si rammaricano sindacati e amministratori locali
Enel “sta valutando nuove alternative per la centrale di Porto Tolle, per la quale è da anni avviato l'iter autorizzativo per la conversione da olio a carbone, ma senza alcuna perdita di occupazione nel sito”. Sono le parole usate dal gruppo in riferimento alle indiscrezioni apparse su alcuni organi di stampa e che sanciscono definitivamente l’addio alla riconversione dell’impianto sul Delta del Po. “A fronte - spiega Enel - dell'evidente cambiamento del contesto energetico e della differente dinamica tra domanda e offerta di energia avvenuti negli ultimi dieci anni - tanto è durato l'iter autorizzativo, peraltro non ancora concluso, per la riconversione della centrale di Porto Tolle -, nuove alternative devono essere esaminate per l'impianto polesano alimentato a olio combustibile”. Enel conferma la volontà di ricercare nuove soluzioni condivise con territorio ed enti locali, nella prospettiva di creare valore e salvaguardare l'occupazione nell'area della centrale.
Entusiasta il fronte “verde”: la rinuncia dell'Enel alla riconversione della centrale di Porto Tolle a carbone “è un'ottima notizia non solo per le associazioni ambientaliste, ma per i cittadini, gli agricoltori, gli imprenditori veneti e romagnoli che hanno sempre visto il progetto come una minaccia per la salute, per l'ambiente e per le attività turistiche e agricole" dicono Legambiente e Wwf, ricordando di aver condotto “fin dall'annuncio del progetto, nel 2005, una battaglia di idee, ma anche legale, atto dopo atto, contro la riconversione, coadiuvati da un gruppo di avvocati competenti e coraggiosi”. La posizione delle associazioni derivava, si legge nella nota, dalla constatazione dei danni “già prodotti dalla centrale precedente, a olio combustibile, e dall'assoluta contrarietà all'uso del carbone di fronte ai danni da prodotti al clima, alla salute e all'ambiente”. Ora si sollecita che l'investimento destinato al carbone del passato a Porto Tolle “sia reindirizzato verso le fonti rinnovabili del futuro: in tal senso, progetti di rinnovabili e di efficienza energetica nell'area dell'ex centrale sarebbero perfettamente in grado di riassorbire i lavoratori della ex centrale a olio combustibile e di assicurare nuova occupazione”.
Di tono assai diverso il commento della Cgil, che attraverso il suo segretario provinciale Fulvio Dal Zio fa sapere che l'Enel non può abbandonare il Polesine e un sito industriale importante come quello di Porto Tolle (Rovigo). “Una decisione del genere era nell'aria - dice riferendosi alla rinuncia alla riconversione della centrale termoelettrica polesana -, avevamo capito che Enel non aveva alcun progetto in tasca nonostante le tante promesse di riqualificare il sito produttivo dando posto a un migliaio di lavoratori”.
Infine, il sindaco di Porto Tolle, Claudio Bellan: “Mi aspettavo questa decisione: non è un fulmine a ciel sereno. Se la centrale fosse stata riconvertita - ha aggiunto il sindaco - avrebbe dato ossigeno al territorio e siamo scontenti perché non si è messo in piedi un piano alternativo. Ho sempre pensato che se fossimo riusciti a far nascere un polo ricerca per l'energia alternativa sarebbe stato meglio, ma in questi anni nessuno si è mosso per farlo”.