Starace prepara la chiusura di 23 centrali Enel in Italia. 11 GW sono di troppo
Già stata avviata la chiusura definitiva per gli impianti di Trino (Vercelli), Porto Marghera (Venezia), Alessandria, Campomarino (Campobasso), Carpi (Modena), Camerata Picena (Ancona), Bari, Giugliano (Napoli) e Pietrafitta (Perugia)
Il crollo prolungato della domanda di energia in Italia costringerà Enel alla chiusura di 23 centrali termoelettriche in Italia. Nella lista degli impianti dal destino segnato ci sono centrali turbogas, ad olio e a carbone. “È già stata avviata la chiusura definitiva - ha ricordato Starace - per gli impianti di Trino (Vercelli), Porto Marghera (Venezia), Alessandria, Campomarino (Campobasso), Carpi (Modena), Camerata Picena (Ancona), Bari, Giugliano (Napoli) e Pietrafitta (Perugia). Per molte centrali è in corso la ricerca di soluzioni alternative, dalla reindustrializzazione alla conversione verso usi non energetici”. La “dieta” è di circa 11 GW di potenza, che si andrebbero ad aggiungere ai 2,4 GW di potenza termoelettrica già messa offline. “Per le circa 700 persone occupate negli impianti - rassicura Starace - , non abbiamo nessuna criticità occupazionale se non qualche trasferimento qua e là, con addetti che saranno riallocati in altre parti dell'azienda o andranno in pensione". L’ad Francesco Starace, che sta lavorando ad un nuovo piano industriale per bilanciare la chiusura degli impianti con 26 miliardi di investimenti in cinque anni, punta a tagliare il debito fino a 37 miliardi entro fine anno. Entro novembre sono attese le offerte vincolanti per e attività di Enel messe in vendita in Slovacchia e Romania. La priorità è abbassare l’indebitamento. In audizione Starace ha illustrato anche l’imponente piano di riorganizzazione in America Latina, che sposterà dalla controllata Endesa a Enel la proprietà del 60,62% di Enersis, la quotata cilena unica capofila delle attività sudamericane.
Le reazioni dei sindacati - “Il progetto dell'ingegner Starace è quello di una totale dismissione delle centrali elettriche italiane: un'idea sbagliata, che renderà l'Enel sempre più debole e marginale nel nostro Paese”: a dirlo è Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil. Dello stesso avviso anche il segretario generale Uiltec, Paolo Pirani, secondo il quale “le dichiarazioni dell'a.d. dell'Enel sono inaccettabili: prenderemo iniziative per contrastare questa deindustrializzazione e abbiamo già chiesto un urgente incontro presso il ministero dello Sviluppo economico”.