Centrali in Sardegna, Bortoni: noi manteniamo il sistema in sicurezza, non dobbiamo creare occupazione
A dirlo è presidente dell'Autorità per l'energia elettrica sulla questione della chiusura di alcune centrali elettriche in Sardegna, dichiarate dall'Autorità non più essenziali per la sicurezza
“Il ruolo dell'Autorità è quello di fare una regolazione che consenta di mantenere in sicurezza il sistema elettrico, quindi non ha diretto impatto con le crisi occupazionali o con la situazione in determinati territori. È chiaro che certe regolazioni, come sono state fatte per la Sicilia o per la Sardegna, hanno previsto l'utilizzo di alcune centrali che hanno dato temporaneamente lavoro ad una serie di persone. Noi ci occupiamo semplicemente di far sì che ci siano tutti i mezzi necessari e sufficienti per tenere in piedi il sistema elettrico, e non abbiamo altri obiettivi occupazionali o di redistribuzione politica sui territori”. A dirlo è Guido Bortoni, presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, parlando a margine della presentazione del rapporto di medio-termine della Iea sul mercato dell'energia, a Roma.
La lista di Bortoni - Sulla questione della chiusura di alcune centrali elettriche in Sardegna, dichiarate dall'Autorità non più essenziali per la sicurezza del sistema elettrico nazionale, Bortoni ha spiegato che “le centrali sono dichiarate essenziali o meno una volta l'anno: si fa una lista nella quale vengono incluse o depennate nuove . Noi lo vediamo come uno strumento necessario e sufficiente per tenere in piedi il sistema elettrico”. Bortoni sottolinea che non tutte le centrali sarde sono, però, state dichiarate non essenziali: “è stata una decisione parziale, non è una totale esclusione così come non è una salvaguardia di quello che era l'essenzialità del passato”, conclude il presidente.