Cina, 390 miliardi risparmiati chiudendo centrali a carbone
Lo rileva Carbon Tracker, un think tank finanziario indipendente che ha utilizzato uno studio con immagini satellitari
Il 40% delle centrali elettriche a carbone in Cina è in perdita e i proprietari potrebbero risparmiare circa 390 miliardi di dollari chiudendo gli impianti, in linea con l'Accordo sul clima di Parigi. Lo rileva Carbon Tracker (un think tank finanziario indipendente) nel primo studio che utilizza immagini satellitari per valutare l'uso quotidiano e la redditività continua di ciascuna centrale elettrica a combustibili fossili.
La Cina, ricorda Carbon Tracker, ha oltre 1.000 centrali a carbone operative che producono 127 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 nel corso della loro vita, circa 4,3 miliardi all'anno. Nel 2040 potrebbero salire al 95% le centrali in perdita a causa dei costi legati alle normative sull'inquinamento e al prezzo crescente del carbonio. Sarebbe invece più conveniente costruire impianti eolici che continuare a far funzionare gli impianti a carbone entro il 2021, osserva carbon Tracker. Il think tank ha compiuto questa indagine sperimentale per aiutare i responsabili delle politiche e gli investitori a comprendere il rischio climatico in paesi con grandi industrie di energia da combustibili fossili, ma con informazioni inadeguate sull'attività degli impianti.