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Confindustria presenta la sua riforma del mercato elettrico. Benefici per 900 milioni

where Roma when Lun, 28/09/2015 who michele

Il lavoro presentato dall’associazione degli industriali contiene una serie di proposte per rivedere l'assetto del mercato elettrico, a vent'anni dall'avvio delle liberalizzazioni

Un mercato elettrico riformato, che tenga conto del nuovo assetto produttivo e dell'impatto sul sistema delle rinnovabili, è in grado di far risparmiare 600 milioni di euro nel breve termine e altri 300 milioni nel medio lungo termine. È quanto emerge da uno studio di Confindustria, che contiene una serie di proposte degli industriali per rivedere l'assetto del mercato elettrico a vent'anni dall'avvio delle liberalizzazioni.

Tre aree di intervento - La riforma è strutturata su tre aree di intervento: la struttura dei mercati, le regole di dispacciamento dell'energia e di partecipazione ai mercati e il ruolo delle reti di trasmissione e distribuzione nel contesto evolutivo.
Le proposte - In particolare, spiega Confindustria, l'obiettivo dell'intervento è quello di “favorire un processo virtuoso ed efficiente di ottimizzazione del mercato attraverso una maggiore responsabilizzazione degli operatori, l'introduzione di nuovi strumenti di gestione commerciale e operativa e la riduzione dei costi per i consumatori” e di arrivare in prospettiva a “un trattamento indifferenziato di tutte le fonti e l'integrazione fisica e di mercato della generazione distribuita con un processo progressivo e mirato”.
Capacity market - Tra le proposte avanzate da Confindustria, “l'introduzione di mercati a termine per la negoziazione di capacità strategica da avviare in tempi molto rapidi, e lo scambio di capacità flessibile. In un mercato in cui la generazione da fonti rinnovabili nel 2014 è stata pari al 45% della generazione totale ed una gran parte di essa (31% della generazione totale) non è programmabile, come nel caso dell'eolico, del solare e dell'idroelettrico fluente, il sistema ha la necessità di avere a disposizioni risorse che possano gestirne l'intermittenza e la variabilità”.giorgiosquinziconfindustria.jpg

“Se non abbiamo il coraggio di affrontare in modo radicale il cambio del paradigma che sta attraversando il settore" avverte il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, presentando le proposte degli industriali al Governo per una riforma del mercato elettrico  “difficilmente potremmo cambiare l'assetto di funzionamento all'interno di una prospettiva europea”. Due gli obiettivi, sottolineati in particolare dal leader degli industriali: “garantire condizioni di competitività al sistema delle imprese e favorire - considerati i cambiamenti tecnologici richiesti al settore - una ripresa degli investimenti legati allo sviluppo della green economy”.

"Tutti siamo d'accordo su un obiettivo: oggi non basta fare il "tagliando" al mercato elettrico. A quasi 20 anni dall'avvio della liberalizzazione e in un contesto del tutto cambiato, bisogna fare la revisione", dice il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, commentando la proposta di Confindustria di riforma del mercato elettrico. “Certamente per quanto riguarda il governo, e per quanto riguarda me, sono assolutamente aperta al confronto e a recepire le indicazioni per assumere delle decisioni che siano frutto di un confronto anche tra di noi”, dice agli industriali. E sottolinea “l'apprezzamento per il metodo”, e di essere “molto in sintonia con le strategie indicate”.
La trasparenza e il confronto aperto, in questi casi, sono un elemento essenziale per raggiungere il risultato. La proposta è giudicata "apprezzabile" anche per "l'obiettivo dichiarato" di “difendere i meccanismi di mercato, adeguando le regole laddove esse si dimostrino superate o non più efficaci”. "Il mercato elettrico va riformato - avverte il ministro - , tenendo sempre e comunque presente che si tratta di un mercato. Gli esiti di un mercato devono sempre e solo dipendere dalla domanda e dall'offerta, seppure all'interno di un sistema di regole o di correttivi espliciti che diventano indispensabili quando interessi pubblici primari sono manifestamente danneggiati (vedi il caso della Sicilia)”. E “un vincolo ineliminabile rimane la sicurezza del sistema”.
Sì al confronto. “Il dovere di un Ministro, prima di decidere, sia anzitutto ascoltare: e ascoltare è più facile, utile e gradevole quando si hanno di fronte argomenti solidi, ragionamenti trasparenti e obiettivi chiari”.

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Presidente di Confindustria
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