La contesa per la diga sul Nilo: Egitto e Sudan accolgono la mediazione del Congo
La diga è una questione vitale per entrambe le nazioni. Nella costruzione è coinvolto anche il gruppo industriale italiano Webuild (ex Salini Impregilo)
L'Egitto e il Sudan hanno accettato la guida della Repubblica democratica del Congo nei negoziati con l'Etiopia in merito alla diga del Gran Rinascimento sul Nilo Azzurro, contestato progetto da circa 5 miliardi di dollari nella cui costruzione è coinvolto anche il gruppo industriale italiano Webuild (ex Salini Impregilo). Una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri dei due Paesi, ripresa dalla Bbc, annuncia il sostegno egiziano e sudanese a una "struttura rafforzata" di negoziazione sotto l'egida dell'Unione Africana (Ua) che comprende Stati Uniti, Unione europea e Onu.
Anni di colloqui sulla diga non hanno portato a nessun accordo per la diversità delle istanze dei tre Paesi coinvolti. Se l'Etiopia, infatti, considera il progetto cruciale per la produzione di elettricità utile alla propria crescita economica, l'Egitto e il Sudan, entrambi a valle del Nilo, temono che la grande diga potrebbe ridurre notevolmente il loro accesso all'acqua del fiume.
I ministri hanno inoltre sottolineato che un riempimento unilaterale del bacino della diga per la seconda fase rappresenterebbe una minaccia diretta alla sicurezza idrica dei loro Paesi. Il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi, che ha incontrato la ministra degli Esteri del Sudan Mariam al-Sadiq, ha affermato che la diga è una questione vitale per entrambe le nazioni. I maggiori negoziati in programma arrivano dopo l'assunzione della presidenza dell'Ua da parte del presidente congolese, Félix Tshisekedi.