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Corte di giustizia, no alla tassa degli Stati sull’export elettricità prodotta nel Paese

where Bruxelles when Mar, 11/12/2018 who roberto

Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue. Il caso ha riguardato la Slovacchia

Gli Stati membri della Ue non possono imporre una tassa gravante sull’esportazione di energiarete-elettrica.jpg elettrica prodotta sul proprio territorio. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue, indicando che “una tassa di tal genere non risulta giustificata dall’obiettivo di garantire la stabilità dell’approvvigionamento di energia elettrica sul territorio nazionale”.

Il caso ha riguardato la Slovacchia: per garantire l’affidabilità e la stabilità delle rete elettrica nazionale in seguito alla chiusura di due blocchi della centrale nucleare di Jaslovské Bohunice, nel 2008 era stato istituito un prelievo specifico per utilizzarla. Si trattava di un prelievo sulle esportazioni di energia elettrica prodotta sul territorio slovacco, comprese quelle verso gli Stati membri.
Sulla base della decisione dello Stato, alla Korlea Invest, società fornitrice di energia elettrica di diritto slovacco (cui è legalmente succeduta la società Fens) era stato imposto un prelievo pari a circa 6,8 milioni di euro. Di qui la contestazione da parte della Korlea, secondo cui l’onere era da considerare illegittimo (peraltro attualmente non più applicato) perché costituirebbe una tassa di effetto equivalente ad un dazio doganale, la cui imposizione è vietata dal principio della libera circolazione delle merci.

Il Tribunale distrettuale di Bratislava ha chiesto alla Corte se il prelievo in questione è contrario a tale principio del diritto dell’Unione. Oggi i giudici europei rilevano che l’energia elettrica costituisce una merce ai sensi del diritto dell’Unione e che una tassa applicata non su una merce in sé, bensì sull’utilizzazione della rete necessaria al suo trasporto, deve essere considerata come se colpisse la merce stessa. Conseguentemente, il prelievo contestato ricade nelle disposizioni relative alla libera circolazione delle merci.

Inoltre rileva che il prelievo in questione, colpendo unicamente l’energia elettrica prodotta in Slovacchia ed esportata, viene operato per il fatto che l’energia elettrica attraversa la frontiera. A tal riguardo, la Corte respinge l’argomento dedotto dalla Slovacchia secondo cui, a fronte di un identico prelievo applicato all’elettricità consumata in Slovacchia, l’elettricità prodotta sul territorio nazionale e successivamente esportata verrebbe trattata, in realtà, al pari dell’elettricità prodotta in Slovacchia e consumata all’interno del paese. I due oneri, infatti, di cui l’uno è a carico dell’esportatore e l’altro del cliente finale, non colpiscono l’energia elettrica nello stesso stadio commerciale, laddove l’onere contestato nella specie grava effettivamente sulla merce per effetto dell’attraversamento di una frontiera.

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