Fukushima, nuovo falso allarme per fuoriuscita. Preoccupazione tra i lavoratori: duemila sarebbero a rischio tumore
Il vapore visto in settimana dipenderebbe dalla pioggia. Lo dice Tepco, che lancia un allarme shock: 973 persone (circa il 10% del personale presente sul sito) hanno la tiroide esposta a dosi concentrate di radiazioni superiori a 100 millisievert
Non è stata una reazione nucleare a provocare la fuoriuscita di vapore nucleare dalla centrale di Fukushima avvenuta il 17 luglio e chiaramente visibile per un paio d’ore. La rassicurazione arriva dalla Tepco. Secondo Mayumi Yoshida, portavoce dell’utility, sarebbe infatti stata l’acqua piovana la causa più verosimile dell’incidente. Cadendo copiosa recipiente di contenimento primario, dove la temperatura è molto elevata, utilizzata per depositare le attrezzature usate per i controlli di routine - l’acqua sarebbe evaporata: da qui, il fumo.
La spiegazione della Tepco sembra aver convinto tutti. Il reattore interessato è uno dei tre dove il combustibile si è fuso l’11 marzo del 2011. Ed è anche quello più a rischio (tanto che i tecnici non possono avvicinarsi e per rimuovere le macerie sono utilizzati solo macchinari). L’incidente ha tuttavia puntato di nuovo i riflettori sul pericolo latente nei lavori di recupero di Fukushima.
E proprio Tepco ha ammesso che circa duemila lavoratori della centrale nucleare hanno un rischio elevato di contrarre il cancro alla tiroide. Secondo la società, 1.973 persone (circa il 10% del personale presente sul sito) sono esposte a dosi concentrate di radiazioni superiori a 100 millisievert, livello dal quale aumenta il rischio di tumore alla tiroide, anche se non esistono parametri validi per ogni individuo.