Si apre la corsa per l’acquisizione di Sorgenia. Obiettivo, il rilancio
Il dossier nelle mani di Lazard porterà all’individuazione dei migliori soggetti entro pochi mesi. Ridotto il debito, si punta ora al nuovo mercato residenziale
Sorgenia è sul mercato e nei prossimi mesi si capirà chi avrà interesse a comprarla. È partito infatti l’iter che porterà alla selezioni degli interessati, che potranno accedere alla data room dei papabili acquirenti. Il dossier Sorgenia, nelle mani di Lazard e Colombo&Associati, prevede la cessione di una società che oggi è nelle mani delle banche creditrici che l’hanno rilevata dalla holding controllata dal Gruppo CIR della famiglia De Benedetti e da Verbund, rimasta stritolata dal crollo dei consumi energetici e dalla crisi che ha coinvolto tutto il termoelettrico, costringendola nel 2014 a rivolgersi al Tribunale di Milano per la richiesta di ammissione alla procedura ex articolo 182-bis finalizzata alla ristrutturazione dei debiti, che ammontavano a circa 1,8 miliardi.
Il piano industriale di Sorgenia era all’epoca basato su alcuni assunti, tra i quali spiccava una rifocalizzazione commerciale sul segmento corporate, storicamente il più profittevole in termini di margini. Di qui la necessità dell’azienda di cedere parte degli asset, come i due impianti a ciclo combinato venduti a A2a, l’aumento di capitale da 400 milioni e l’emissione di bond da 200 milioni.
Il 2017 per Sorgenia si è comunque chiuso con un nuovo accordo finanziario e con un ulteriore rimborso alle banche, che restano anche le azioniste della società energetica. La posizione finanziaria netta del gruppo è scesa nel frattempo sotto i 750 milioni di euro di quando la società è stata acquisita dal pool di istituti di credito. Nel 2017 l’Ebitda è previsto superiore ai 150 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai 122 milioni di euro del 2016 e quasi quattro volte il risultato del 2015 di 40 milioni di euro.
L' ad Gianfilippo Mancini ha parlato di obiettivi di previsione di crescita “del 40% nel 2018 sul 2017, con una media di ottomila utenti che ci scelgono ogni mese sul residenziale”. E se anche il decreto sul capacity payment (la riserva energetica strategica che dovrebbe essere remunerata via decreto alle compagnie) vedesse la luce, a quel punto sarebbe più facile piazzare il quinto gruppo energetico nazionale a nuovi operatori o a fondi d’investimento.