Sorgenia è in mano alle banche: il piano di rilancio punta al pareggio nel 2016
La società del gruppo Cir, che ha fatto richiesta di ammissione per ristrutturare il debito, punta a centrare il break even nel 2016. Già dall'anno prossimo, tuttavia, si prevede un forte abbattimento del debito
La nuova Sorgenia delle banche punta a centrare il break even nel 2016. Già dall'anno prossimo, tuttavia, vedrà un forte abbattimento del debito, da 1,8 miliardi a 1 miliardo circa, grazie all'ingresso della banche nel capitale (tra conversione di crediti per 397,5 milioni e convertendo di 198,7 milioni), alla cessione delle rinnovabili e all'incasso di crediti legati alle emissioni di anidride carbonica per 86 milioni. È quanto emerge dall'enorme mole di documenti consultati da Radiocor, depositati dal gruppo energetico guidato da Andrea Mangoni presso il Tribunale di Milano per la richiesta di ammissione alla procedura ex articolo 182-bis finalizzata alla ristrutturazione del debito.
La scorsa settimana si è conclusa la lunga procedura di firma dell'accordo, tra le banche creditrici e Sorgenia, per la ristrutturazione del debito del gruppo energetico e il contestuale riassetto azionario. Tra gli ultimi istituti ad apporre la propria firma ci sono stati la tedesca Portigon e Banca Etruria. Il presidente e ad di Sorgenia, Andrea Mangoni, ha precisato che in linea di massima l'assemblea degli azionisti di Sorgenia che approverà l'aumento di capitale da 400 milioni (che porterà le banche al 100% del capitale) e il prestito convertibile da 200 milioni, dovrebbe tenersi entro fine gennaio.
Il piano industriale al 2025 - Tra gli svariati documenti spiccano il nuovo piano industriale di Sorgenia (aggiornato allo scorso 30 ottobre e con orizzonte al 2025) e la perizia del Professor Enrico Laghi, che argomenta come la ristrutturazione finanziaria e lo stesso business plan garantiscono la sostenibilità futura del gruppo, senza necessità di ulteriori iniezioni di capitale. A fine piano, nel 2025, Sorgenia avrà ricavi per 2,2 miliardi, un mol di 292 milioni e un utile di 122 milioni, con una posizione finanziaria netta divenuta positiva. Per guardare più a breve termine, il mol dovrebbe arrivare a 121 milioni a fine anno, scenderà leggermente per il deconsolidamento delle rinnovabili nel prossimo biennio, ma balzerà a 178 milioni dal 2017. Gli oneri finanziari, grazie al forte taglio del debito, si riducono dai 114 milioni di fine 2013 ai 57 milioni del 2015, mentre a livello di utile netto il 2014 vedrà una perdita di 42 milioni, il 2015 di 25 milioni e il 2016 il pareggio di bilancio per arrivare a un utile di 54 milioni l'anno successivo.
Il piano industriale di Sorgenia è basato su alcuni assunti significativi, tra i quali spicca una rifocalizzazione commerciale sul segmento corporate, storicamente il più profittevole in termini di margini e una graduale uscita dal segmento residenziale. Vengono inoltre messi in preventivo un taglio dei costi operativi (a regime di circa 50 milioni rispetto a fine 2013) e l'uscita dalle attività diverse dalla generazione termoelettrica, in cui si sfrutteranno la flessibilità ed efficienza delle quattro centrali a gas. Di qui l'uscita dalle rinnovabili (c'è già un accordo di cessione a Macquarie) e la liquidazione dell'E&P (da cui tuttavia potrebbe arrivare sopravvenienze positive, ancora incerte, per 36 milioni).