Solo pochi giorni di autonomia per la centrale a carbone di Brindisi
Enel annuncia in una nota di aver “prontamente attivato un piano per la messa in sicurezza dell'impianto rispetto ai rischi per l'incolumità dei lavoratori”
E’ ormai agli sgoccioli l'autonomia della centrale a carbone Federico II di Brindisi, dalla potenza di 2.640 MW e in grado di soddisfare circa il 5% del fabbisogno nazionale di energia. La situazione è conseguente al blocco del nastro trasportatore del carbone disposto dagli enti di tutela ambientale dopo lo sversamento di residui del combustibile nel fiume Grande. Lo si è appreso da fonti dell'Enel.
La società annuncia in una nota che di aver “prontamente attivato un piano per la messa in sicurezza dell'impianto rispetto ai rischi per l'incolumità dei lavoratori presenti sull'asse” e che nei prossimi giorni “presenterà agli enti competenti un programma per il rapido ripristino della viabilità e successivamente del nastro trasportatore”, confidando in una rapida risoluzione del problema.
Su disposizione del pm Iolanda Daniela Chimienti, i carabinieri del Noe hanno avviato accertamenti sulle procedure attuate dall'Enel per aspirare l'acqua piovana dal nastro trasportatore. A tal proposito Enel comunica di aver fornito “tutti gli elementi richiesti riguardo alla problematica”.