Centrale di Brindisi: Comune e Provincia ammesse come parti civili, Regione rigettata
Al via le fase preliminari del processo per la dispersione di polveri carbone dal nastro trasportatore della Federico II in cui sono imputate 15 persone
Il giudice monocratico di Brindisi Francesco Cacucci ha ammesso la costituzione di parte civile di Comune e Provincia di Brindisi e di varie associazioni, tra le quali Greenpeace e Legambiente, nel processo per la dispersione di polveri carbone dal nastro trasportatore della centrale Enel Federico II di Brindisi in cui sono imputate 15 persone. Rigettata, invece, la richiesta della Regione Puglia, quelle di Wwf, Italia Nostra, Federutenti e No al Carbone, quella del Comune di Trepuzzi e di quattro produttori agricoli.
Per quanto concerne la Regione, costituitasi solo in settimana, il giudice ha ritenuto che l'atto sia stato depositato in ritardo. La Regione non era indicata fra le parti offese.
Via libera, dunque, dal giudice alla Provincia, che ha formulato domanda risarcitoria da 500 milioni di euro, e per il Comune di Brindisi, tanto per le rivendicazioni di danno patrimoniale, di immagine e per il mancato raggiungimento dei fini istituzionali, quanto per il danno ambientale conseguente al getto pericoloso di cose e al danneggiamento che sono i reati contestati ai 13 dirigenti Enel e a due imprenditori locali.
Parte civile nel processo - aggiornato al 29 aprile - anche Greenpeace, Legambiente, Medicina democratica, Salute pubblica, i Comuni di Torchiarolo e San Pietro Vernotico e numerosi produttori agricoli. Questi hanno terreni vicini alla centrale di Cerano che secondo l'accusa - sostenuta dal pm Giuseppe De Nozza - nel periodo compreso tra il 2009 e il 2011 sono stati “insudiciati e imbrattati” dalle polveri di carbone Enel, così come accertato dai poliziotti della Digos di Brindisi nel corso delle indagini.
Polemico sul ritardo della richiesta della Regione Puglia l'ex presidente Udc della Provincia di Brindisi dell'Udc, Massimo Ferrarese: ”Mi è dispiaciuto aver constatato che la mancata costituzione di parte civile da parte della Regione Puglia nel processo Enel, dimostri come la politica ambientale di Vendola era solo una messa in scena, fatta di: proclami, comizi e sfilate”.