Lo spettro delle rinnovabili 2 – Conti: “Solare ed eolico troppo costosi, non abbandoniamo l’olio combustibile”
Per l’ad di Enel, ascoltato in audizione al Senato, bisogna cercare di remunerare in maniera conveniente impianti efficientissimi, rendere progressiva la tariffa: “chi più spende deve pagare meno” e “non ripetere la storia dei pannelli solari cinesi”, che - dice - sono gli unici green job creati
Lo sviluppo delle energie rinnovabili fa sì che gli impianti convenzionali lavorino poche ore l’anno portandoli a una possibile dismissione anticipata con un “rischio per la sicurezza nel medio/lungo termine”. È la tesi centrale dell’ad di Enel Fulvio Conti, più volte ribadita in audizione al Senato.
Tra i vari punti del suo intervento ha anche sostenuto l’importanza di “non abbandonare le tecnologie a olio combustibile” e che “dobbiamo cercare di remunerare in maniera conveniente impianti efficientissimi, che ahimè non lavorano perché rimpiazzati da più costosi pannelli fotovoltaici o pale eoliche”.
Conti ha poi sottolineato che l’ultimo impianto di questo tipo “è stato inaugurato un anno fa sui Castelli romani ed è a zero produzione”. L’ad dell’Enel ha però in un certo senso difeso l’investimento di quell’azienda, malgrado abbia aperto un impianto in piena recessione, perché ha ricordato che in Italia “tra il momento in cui si pensa un investimento e quello in cui si arriva a conclusione passano ere geologiche”.
Basti pensare a quello che sta accadendo proprio per la centrale dell’Enel a Porto Tolle: “Stiamo aspettando il quarto ciclo di Via, probabilmente non finirà mai, prendiamo atto”.
Tra le altre proposte per il mercato elettrico, Conti ha citato la necessità di intervenire sulla progressività della tariffa elettrica, affermando che “non è possibile che più si consuma, più si paga”; ma anche assicurare stabilità a strumenti come l’ecobonus; semplificare gli iter autorizzativi, ponendo fine a questa sorta di “gioco dell’oca, in cui a volte si ritorna a casa base”; favorire lo sviluppo della filiera nazionale, evitando di “ripetere la storia dei pannelli cinesi” che hanno invaso l’Italia, tanto che “l’unico green job creato è quello dell’addetto che scarica il pannello cinese”, ha evidenziato Conti.