Addio gas russo. Secondo l’Ispi, le importazioni italiane dalla Russia sono dimezzate rispetto ad aprile 2021
Lo rileva Alessandro Gili, ricercatore del Centro geoeconomia e infrastrutture dell’Ispi
"Ad aprile l’Italia ha sostituito già il 50% del gas russo rispetto allo stesso mese dello scorso anno e il peso della Russia sui consumi italiani è oggi del 21% rispetto al 42% del periodo pre-pandemico". Lo dice a LaPresse Alessandro Gili (nella foto), ricercatore del Centro geoeconomia e infrastrutture dell’Ispi. "La posizione ufficiale del governo italiano - sottolinea Gili - è quella di continuare a pagare il gas russo in euro. Basterà attendere fino a metà maggio per verificare se questa indicazione verrà rispettata nei pagamenti dell’Eni. Roma è stata recentemente molto attiva nei tentativi di diversificare e sostituire quanto prima i flussi di gas russo, che sono ammontati nel 2021 a circa 29 miliardi di metri cubi.
Le nuove forniture
Dal Qatar agli Stati Uniti, che forniranno più gas liquefatto, all’aumento dei flussi dall’Azerbaigian di 2,5 miliardi di metri cubi all’anno, al ruolo preminente che avrà l’Algeria, con cui è stato concordato un aumento di 9 miliardi di metri cubi di forniture all’Italia, che ne farebbe il primo fornitore, scalzando la Russia. Inoltre, i recenti viaggi dei ministri Cingolani e Di Maio, in Congo e in Angola, prefigurano un aumento dei flussi di gas liquefatto da questi Paesi rispettivamente di 5 e 3 miliardi di metri cubi all’anno. Infine, ulteriori 10 miliardi di metri cubi all’anno potrebbero venire da navi rigassificatrici, che Snam sta attualmente cercando di acquistare. Il problema sarà sicuramente quello di assicurarsi tali flussi di gas liquefatto, considerando che la domanda mondiale è molto alta e la produzione è attualmente limitata.