Contratto energia+petrolio: siglata l'ipotesi di accordo per il rinnovo
L’aumento complessivo nel triennio 2016-2018 è di 97 euro. 37.000 i lavoratori interessati, dipendenti da 34 imprese, tra cui il Gruppo Eni, Snam Rete Gas, Saipem, Shell, Esso, Api
Dopo 13 mesi di trattative, nel tardo pomeriggio del 25 gennaio, tra Confindustria-Energia e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil è stata siglata a Roma l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto di lavoro 1 gennaio 2016–31 dicembre 2018 del settore energia e petrolio (più di 37.000 i lavoratori interessati, dipendenti da 34 imprese, tra cui il Gruppo Eni, Snam Rete Gas, Saipem, Shell, Esso, Api, ecc.), scaduto il 31 dicembre 2015.
L'intesa sottoscritta prevede un aumento medio complessivo (minimi, produttività, welfare) di 97 euro. L'aumento medio sui minimi di 70 euro (cat 4.3) è distribuito in due tranche: 1 febbraio 2017, 35 euro; 1 maggio 2018, 35 euro. La parte economica si distribuisce però solo per gli anni 2017-2018, senza prevedere oneri per il 2016.
Elemento di novità contrattuale è l'utilizzo di quote di produttività (10 euro per 14 mensilità riferiti al 2017, più altri 10 euro per 14 mensilità nel 2018). Al termine della vigenza contrattuale, a giugno 2019 si procederà ad una verifica sullo scostamento del tasso di inflazione: se il dato risulterà eguale o superiore a quanto posto alla firma del rinnovo (2,7%) si procederà alla trasformazione sui minimi dei 20 euro. Se invece sarà inferiore si procederà all'adeguamento sui minimi di una percentuale del valore dei 20 euro, mentre la quota restante sarà stabilizzata sul premio di produttività.
Sul fronte del welfare contrattuale, previsti inoltre incrementi sulla previdenza complementare Fondenergia (+0,1% dal 1° gennaio 2018, a carico delle aziende) e sulla sanità integrativa Fasie (4 euro dal 1° gennaio 2017). Previsto anche l'avvio di un percorso finalizzato alla confluenza dei fondi di previdenza integrativa di aree contrattuali del comparto.
Quanto alle parti normative, novità di rilievo arrivano dal versante delle classificazioni, sul cui capitolo si è convenuto di istituire una Commissione paritetica nazionale per produrre una possibile soluzione per la rivisitazione dell'intero sistema classificatorio e dell'apprezzamento individuale: i lavori della Commissione dovranno terminare entro il 31 dicembre 2017.
Sul tema dei diritti, è stato confermato il sistema vigente di tutele previste dal contratto in materia di conto ore individuale, il mantenimento delle indennità anche per coloro che escono dal turno, la conservazione delle prerogative delle giornate del 24 e 31 dicembre, l'utilizzo dei congedi parentali e il loro godimento anche a ore, l'introduzione della regolamentazione dello smart working, la qualifica della normativa sul tema pari opportunità e la tutela della dignità di uomini e donne.
Infine, si definisce il codice disciplinare (art.51) confermando il principio di proporzionalità della sanzione alla gravità dell'evento, contrastando gli effetti delle norme sul jobs act. In primo piano, anche la conferma di azioni congiunte tra organizzazioni sindacali, Confindustria Energia, Inail, su HSE (salute, ambiente, sicurezza) e l'introduzione della figura di RLSA di sito produttivo.
L'ipotesi di accordo stipulata – fanno sapere i sindacati – sarà unitariamente e immediatamente sottoposta all'approvazione delle assemblee dei lavoratori.
I sindacati - “Con questo contratto viene riconosciuta l'inflazione prevista ad oggi (2,7%) – commentano soddisfatti Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani, rispettivamente segretari generali di Filctem, Flaei, Uiltec – tale da difendere e salvaguardare il reddito dei lavoratori e il welfare contrattuale. Adesso - proseguono - ci dovremo confrontare con le aziende sullo sviluppo degli investimenti industriali per aumentare il tasso di conversione degli impianti, orientare la produzione verso carburanti più puliti, sollecitando le imprese a salvaguardare e sviluppare lavoro stabile e qualificato”.
Confindustria Energia - Confindustria Energia esprime soddisfazione per l’intesa che attualizza completamente l’impianto contrattuale, semplificandolo e aggiornandolo nella parte normativa. “Il settore energia ha individuato un suo modello contrattuale che devolve temporaneamente parte delle risorse derivanti dal Ccnl al rafforzamento della contrattazione di secondo livello – dicono le imprese - e rinvia la verifica del dato inflazionistico al termine del ciclo negoziale, dopo la comunicazione dell’Istat di giugno 2019. Il salario stanziato per la contrattazione di secondo livello compensa, da un lato, le molteplici flessibilità convenute che interessano istituti quali ad esempio: le intese temporanee modificative, l’orario di lavoro, le ferie, le festività coincidenti con la domenica, la prosecuzione della sperimentazione delle 244 giornate per i turnisti; e dall’altro, una maggiore facilità di gestione e programmazione delle assenze. Nel contempo, tale quota salariale potenzia la contrattazione di produttività e raffredda il costo lavoro per il biennio”. Aggiunge la Confindustria che sul welfare contrattuale si è convenuto, in questa tornata contrattuale, di privilegiare la contribuzione per il fondo di assistenza sanitaria chiamato a fronteggiare la crescita del fabbisogno a fronte dei limiti del sistema sanitario nazionale e dell’invecchiamento della popolazione. “Permane la difficoltà a procedere all’ammodernamento del sistema classificatorio e del sistema di apprezzamento della performance individuale (Crea)”.