Eia, scarsi i benefici dalle esportazioni di petrolio degli Stati Uniti
L’ente governativo conclude che il prezzo della benzina e di altri prodotti raffinati potrebbe essere “invariato o leggermente ridotto”, mentre per il greggio i produttori americani non riuscirebbero a spuntare prezzi migliori
L’Energy Information Administration (Eia) individua scarsi benefici dall’eventuale via libera dell’export di petrolio dagli Usa, attualmente all’esame del Parlamento. In uno studio pubblicato e atteso da tempo, l’ente governativo conclude che il prezzo della benzina e di altri prodotti raffinati potrebbe essere “invariato o leggermente ridotto”, mentre per il greggio i produttori americani non riuscirebbero a spuntare prezzi migliori: il Wti continuerà a costare circa 6 $ meno del Brent al barile, “che le restrizioni all’export vengano rimosse o meno, poiché la liberalizzazione spingerebbe ad accelerare le estrazioni”.
La pressione delle lobby - Più di una dozzina di compagnie, tra cui Continental Resources Inc., ConocoPhillips e Marathon Oil Corp. l’anno scorso hanno messo sotto pressione il Congresso, sostenendo che con il via libera alle esportazioni petrolifere si sarebbero eliminate le distorsioni del mercato, razionalizzata la produzione statunitense di petrolio e stimolato l’economia nazionale. In risposta alle richieste del settore, l'amministrazione Obama ha già adottato alcune misure iniziali lo scorso anno per facilitare la produzione di greggio nazionale, che sta pompando ad un tasso di 9,3 milioni di barili al giorno, oltre il 70% superiore a cinque anni fa-greggio con scorte commerciali vicino a massimi storici. Nel 2014 il Dipartimento del Commercio ha dato alle aziende il permesso di esportare petrolio ultraleggero dopo un trattamento minimo, e il mese scorso è stato autorizzato lo scambio di greggio con il Messico. Dopo aver compiuto tutte le mosse necessarie, ora il settore attende il via libera definitivo all’export senza restrizioni.
La posizione del Congresso - Dopo qualche titubanza iniziale, dovuta alle preoccupazioni per la possibilità di prezzi più elevati della benzina, i repubblicani del Congresso sembrano appoggiare le esportazioni di petrolio guidati dal senatore Lisa Murkowski (Alaska) e dal portavoce della Camera John Boehner (Ohio).
Nelle ultime settimane, anche alcuni democratici chiave, tra cui il leader della minoranza al Senato Harry Reid (Nevada) e il senatore Robert Menendez (New Jersey), hanno espresso la volontà di sostenere le esportazioni di petrolio come parte di un pacchetto legislativo più ampio. Ma non tutti sono d’accordo. Il senatore Edward Markey (Massachusets) ha detto invece che la mossa avrebbe “minacciato la nostra sicurezza nazionale” e avrebbe reso il paese “più dipendente da OPEC e regioni straniere instabili”. “Inoltre, potrebbe comportare prezzi dell'energia più elevati per i consumatori americani”.