Gasdotti. Tap. La Bei sostiene il progetto nel Salento con 1,5 miliardi
Il corridoio Sud del gas vale 45 miliardi di dollari, la parte Tap, invece, 4,5 miliardi di dollari
La Banca europea degli investimenti (Bei) finanzia con un miliardo e mezzo di euro il gasdotto Tap, che dal 2020 porterà dall’Azerbaigian 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno attraversando Grecia, Albania e Mar Adriatico per poi approdare nel Salento, a Melendugno frazione San Foca località San Basilio, dove arriverà una connessione con la rete nazionale che la Snam sta posando da Mesagne (Brindisi).
È il primo finanziamento che la Bei eroga all’opera. Non c’è una particolare specificazione su dove andranno le risorse. Il corridoio Sud del gas vale 45 miliardi di dollari, la parte Tap, invece, 4,5 miliardi di dollari.
Il progetto - Il Tap è stato di nuovo confermato lo scorso novembre tra i progetti energetici Ue di interesse comune, in quanto di importanza strategica per la diversificazione delle forniture di gas europee. L'obiettivo, infatti, è diminuire la dipendenza dal metano russo, diminuire i prezzi per il consumatore europeo e ridurre i rischi di crisi del gas come quelle conosciute in passato. Il gasdotto, infatti, insieme con il Tanap che passa per la Turchia e a cui si collega, dovrà portare per la prima volta in Europa il gas dall'Azerbaigian, dai giacimenti del mar Caspio di Shah Deniz II. L'obiettivo è cominciare con le prime forniture nel 2020, per salire sino a 10 miliardi di metri cubi di metano azero.
Il cantiere - Ora in località San Basilio si sta realizzando il pozzo di spinta nel quale sarà calata la talpa, la macchina che scaverà il microtunnel al cui interno transiterà un tratto di condotta. Si eviterà così l’attraversamento della spiaggia di Melendugno.
La costruzione del pozzo di spinta dovrebbe terminare in questo mese.
È il secondo lavoro importante dopo il trasloco temporaneo di circa 200 olivi.
Le opposizioni - Nonostante le autorizzazioni rilasciate e le sentenze favorevoli ottenute nei diversi gradi di giudizio a fronte dei ricorsi presentati, il gasdotto continua ad essere avversato da Regione Puglia, Comuni dell’area e fronte dei comitati nimby.
Criticata la scelta della località dove dovrà approdare la condotta sottomarina (105 chilometri tra l'Albania e la Puglia che correranno ad una profondità massima di 820 metri), la spiaggia di San Foca di Melendugno. Nonostante le proteste e gli scontri, la tabella di marcia dei lavori va comunque avanti. Sul piatto ci sono anche 55 milioni di euro di investimenti sul territorio locale, offerti dal consorzio Tap a sostegno di ambiente, turismo, pesca e lotta alla Xylella.
Secondo il presidente della Puglia, Michele Emiliano, l’approdo a Melendugno è sbagliato, non è compatibile con l’ambiente (ma il ministero ha espresso ben altro parere e fissato una serie di prescrizioni) e chiede che l’infrastruttura sia collocata verso Brindisi.
Il gasdotto, intanto, è finito di nuovo sotto la lente della magistratura dopo che un anno fa un’analoga indagine era stata archiviata. Si attende che il gip Cinzia Vergine - lo stesso dell’archiviazione - fissi l’incidente probatorio, in contraddittorio tra le parti, per accertare se nel percorso autorizzativo del gasdotto sia stata aggirata la normativa Seveso.