Gasdotti. Tap, smentita l’ipotesi di un approdo a Squinzano
Sospesi i lavori di trasloco temporaneo degli olivi. La diatriba sul tracciato. Atti violenti e danni nell’area del cantiere. Vai a vedere le carte col percorso alternativo
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha proposto nei giorni scorsi di rifare tutta la procedura di autorizzazione e tutto il progetto del gasdotto Tap per spostarne l’approdo da Melendugno (Lecce) a Squinzano, alcune decine di chilometri più a nord. Secondo Emiliano, il Comune di Squinzano sarebbe d’accordo. Il sindaco di Squinzano però ha smentito.
Vantaggi ambientali e danni - Dal punto di vista tecnico, l'unico varco individuato nel comune di Squinzano, quale possibile punto di approdo, si colloca nel tratto settentrionale della costa di Casalabate (che è una frazione di Squinzano). Questa parte comprende una zona di bassa scogliera e una spiaggia di sabbia che giunge fino alla località Canuta, al confine con la provincia di Brindisi. La parte a sud di Casalabate è intensamente urbanizzata e non si presta quindi a eventuali approdi.
La principale criticità di questo punto di approdo è la presenza di un esteso SIC marino (Sito di interesse comunitario) antistante il litorale, caratterizzato da praterie di posidonia che costituiscono un Habitat prioritario.
La prateria ha una distribuzione a "macchia di leopardo", con frange e macchioni di vegetazione impiantate prevalentemente su fondo sabbioso a granulometria medio-fine e su matte.
Il metanodotto, nell'ipotesi di approdo formulata, attraverserebbe detta formazione per circa 4,5 chilometri, con interferenza diretta, ovvero con movimentazione del fondale marino e consumo di habitat, non essendo possibile ipotizzare soluzioni in trenchless data la lunghezza del tratto. L'interferenza con l'habitat in questione configura una procedura d'infrazione Ue, difficilmente superabile.
Il sindaco di Squinzano protesta - “Il presidente Emiliano è in oggettive difficoltà. Non c'è alcun consenso da parte del Comune di Squinzano”, dice il sindaco della cittadina, Mino Miccoli. Il governatore ha richiamato più volte una delibera approvata dal consiglio comunale di Squinzano. “Il Comune di Squinzano - precisa il sindaco Miccoli - in maniera responsabile ha soltanto recepito e fatta propria la mozione di un consigliere provinciale di opposizione che sosteneva una cosa sensata: se non ci dovesse essere l'approdo Tap a Melendugno, perché non verifichiamo se ci sono le condizioni per farlo da noi? A una condizione improcrastinabile e ineludibile, quella di una conversione della centrale di Cerano da carbone a gas".
"In quella deliberazione si andava oltre - continua il sindaco - e cioè si precisava che, laddove si dovesse immaginare un'ipotesi di questo tipo, occorre evitare di fare come dopo il referendum di 30 anni fa, quando la gente disse che voleva il gas e poi il governo autorizzò la centrale a carbone. Bisogna che prima la centrale dismetta la produzione di energia elettrica con il carbone, poi elimini i nastri trasportatori e le isole di stoccaggio e infine ci si può sedere a parlare”.
Minacce e violenze – Negli ultimi giorni - protesta la società Tap - sono state registrate minacce nei confronti di partecipanti ai progetti finanziati da Tap sul territorio, di partner di questi progetti “e persino nei confronti degli operai che stanno facendo il proprio lavoro in cantiere nel pieno rispetto della legge, come confermato appena l'altro ieri dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito l'assoluta legittimità del progetto e dell'iter procedurale seguito per la sua approvazione. Tutti i soggetti destinatari di questi atteggiamenti intimidatori hanno regolarmente sporto denuncia alle Forze dell'Ordine nelle ultime ore. Altri comportamenti violenti - continua la società - sono stati registrati nell'area di cantiere. La scorsa notte è stata lanciata una bomba carta contro la recinzione; uno striscione con esplicite minacce di morte a uno dei nostri colleghi è esposto in cantiere tra i manifestanti senza che nessuno, a partire dai soggetti istituzionali presenti da giorni in agro di Melendugno, abbia preso le distanze da questi comportamenti. È stata inoltre lanciata una torcia accesa all'interno dell'area di cantiere, mettendo a rischio l'incolumità di chi sta lavorando al trasferimento temporaneo degli ulivi.
Sulla pagina Facebook del presidio No Tap è stato riportato un elenco di tutte le aziende e i soggetti che lavorano con Tap, con fini non ben chiari rispetto a tutti coloro che collaborano con il progetto”.
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