Oil&Gas. Ocse: le tasse su combustibili inquinanti sono troppo basse
Non incoraggiano la transizione verso fonti alternative. Le imposte sul carbone, che da solo causa quasi la metà delle emissioni di anidride carbonica, nella maggior parte del Paesi sono vicine allo zero
La tassazione che grava sui combustibili inquinanti è ancora troppo bassa per incoraggiare la transizione verso fonti alternative a basse emissioni. L’allarme è stato lanciato dall’Ocse in occasione del summit Onu sul clima, nella 'preview' di un rapporto che sarà diffuso il 15 ottobre e riguarda la situazione in 44 Paesi.
Il 70% delle emissioni di C02 non sono tassate - La tassazione di fonti fossili è un modo efficace per limitare le emissioni che danneggiano il pianeta e la salute umana e le entrate che ne derivano possono essere utilizzate per facilitare il passaggio ad altre fonti per le famiglie meno abbienti, ma anche per ridurre le tasse sui redditi, aumentare la spesa in infrastrutture o nella sanità o per trasferimenti diretti alle famiglie, rileva l’Organizzazione. Al momento, tuttavia, circa il 70% delle emissioni di anidride carbonica da parte dei Paesi avanzati e dei Paesi emergenti non è tassata per nulla. In generale le tasse sulle fonti inquinanti sono lontane dei livelli necessari per ridurre i rischi e l’impatto sul cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico. Le tasse sui carburanti per trasporto sono relativamente alte, ma raramente riflettono in toto i costi ambientali. Le imposte sul carbone, che da solo causa quasi la metà delle emissioni di anidride carbonica da energia, sono pari a zero o vicine allo zero nella maggior parte del Paesi. Spesso, anzi, le tasse sono più alte sul gas naturale che è più pulito. Stesso trattamento di favore anche per i trasporti navali e i voli aerei internazionali.
In Italia la tassa sull’energia è di 22 euro - Sui 44 Paesi studiati, anticipa l’Ocse, solo quattro - Danimarca, Olanda, Norvegia e Svizzera - tassano l’energia non stradale sopra la soglia di 30 euro per tonnellata di CO2, che è considerata la soglia minima dei costi delle emissioni di anidride. Stando alla documentazione Ocse disponibile, l’Italia è attorno a 22 euro. Diversi Paesi hanno anche ridotto le tasse sull’energia negli ultimi anni. Non solo: come ricorda l’Ocse, il sostegno fornito da Governi alla produzione e l’utilizzo di combustibili fossili nei 44 Paesi studiati (i 36 avanzati, il G20 e la Colombia) nel 2017 aveva raggiunto la cifra di 140 miliardi di dollari, con sussidi in crescita in alcuni Paesi.
“Le tasse sull’energia non sono la sola soluzione, ma non possiamo frenare il cambiamento climatico senza di loro. Dovrebbero essere applicate in modo equo e utilizzate per migliorare il benessere”, commenta il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria. La raccomandazione è quella di adeguare il sistema di tassazione, assieme a investimenti e sussidi che incoraggino la transizione verso energia a bassa emissioni nel trasporti, nell’industria e nell’agricoltura.