Saipem, Caio scelto come nuovo amministratore delegato
La scelta di Cdp ed Eni, che hanno depositato la lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Merlo candidata a presidente
Cambio al vertice di Saipem. Dopo due mandati alla guida del gruppo di ingegneria petrolifera, Stefano Cao lascerà l'incarico di amministratore delegato a Francesco Caio, presidente da un triennio. La scelta è stata fatta da Cdp ed Eni, che hanno depositato la lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione, in scadenza con l'assemblea del 30 aprile.
L'altra novità è la candidatura alla presidenza dell'imprenditrice Silvia Merlo, ad della Merlo spa, azienda di famiglia del settore metalmeccanico, consigliere di Erg e, in passato, di Leonardo e Gedi. Cao chiude un ciclo che l'ha visto per quarant'anni muoversi all'interno del gruppo Eni, dove aveva iniziato la sua carriera proprio in Saipem nel 1976, fino a diventarne presidente e ceo nel 1999, e passare, l'anno successivo in Eni, come direttore della divisione E&P.
L'ingegnere, 70 anni a settembre, lasciò il Cane a Sei Zampe nel 2008, per poi rientrare in Saipem, dopo una parentesi nella holding della famiglia Benetton, Sintonia, nel 2015, con il compito di rimettere in carreggiata il gruppo, reduce dagli scandali dei profit warning, che ne avevano offuscato l'immagine e travolto le quotazioni in Borsa, e dalla vicenda delle tangenti in Algeria, da cui la società e i suoi ex dirigenti sono usciti assolti in Cassazione.
Durante i suoi mandati Cao ha cercato di spostare il baricentro di Saipem dal petrolio alla fonti sostenibili, creando una piattaforma di ingegneria al servizio della transizione energetica, puntando su eolico, idrogeno, tecnologie non inquinanti, infrastrutture, e slegando più del 75% del portafoglio ordini della divisione di ingegneria e costruzioni dall'oro nero. Una strada che continuerà a battere Caio, anche con l’intento di risollevare il giudizio del mercato per un’azienda che in Borsa capitalizza ancora un terzo in meno dell'aumento di capitale da 3,5 miliardi sostenuto nel 2016 e che dal 2015 ha accumulato 5 miliardi di euro di perdite e chiuso un solo bilancio in utile. La discontinuità imposta da Eni e Cdp, unite da un patto di sindacato, è stata profonda: in cda è stata confermata solo Alessandra Ferone, chief risk officer di Cdp, a cui si affiancheranno Pier Francesco Ragni, cfo della Cassa, il presidente di Stogit, la controllata di Snam che si occupa di stoccaggio gas, Marco Reggiani e Paola Tagliavini, revisore contabile, consigliere e sindaco di diverse società quotate.