Scaroni contro l’Europa: “Bruxelles deve scommettere sullo shale gas, per noi è business mondiale”
Per l’ad di Eni “se c'è la possibilità di sfruttarlo in Europa, lo faremo, altrimenti andremo in altri posti: abbiamo davanti a noi il mappamondo”
Per garantirsi la stabilità dei rifornimenti e abbassare i costi dell'energia l’Europa deve puntare sullo sfruttamento dello shale gas. Lo ha detto Paolo Scaroni, ad dell’Eni, nel corso della conferenza stampa dei dieci ad dei principali gruppi energetici europei che chiedono all’Europa una nuova politica energetica.
“Non siamo sicuri che ci sia lo shale gas in Europa - ha spiegato Scaroni - ma dobbiamo provare a sfruttarlo. L’unico paese europeo che ci sta provando sul serio è il Regno Unito. Forse - ha ipotizzato - dovremmo aspettare quello che succede lì, ma sicuramente dovremmo provare ad andare in quella direzione”. Eni, ha continuato Scaroni, sfrutterà il gas di scisto in Italia “se ci sarà la possibilità. Altrimenti lo faremo in altri posti del mondo”.
“Se c'è la possibilità di sfruttare lo shale gas in Europa - ha quindi osservato Scaroni a margine della conferenza - lo faremo, altrimenti andremo in altri posti: abbiamo davanti a noi il mappamondo, non abbiamo solo Europa o Italia, e se la Corte costituzionale francese dice no allo shale gas, facciano pure, noi andremo da un’altra parte”. Eni, ha ricordato Scaroni, è già presente “in Polonia, Ucraina, Cina, Sudafrica, Pakistan, Algeria: lo sfruttamento dello shale gas è per noi un business mondiale”.
Detto questo, però, l’ad Eni vuole suonare “la campanella d’allarme per l’Europa: sta pagando il gas il triplo degli Stati Uniti: è un problema drammatico, una vera e propria emergenza, per l’Europa, l’Italia, la Francia, la Germania”.
“Come possiamo immaginare - ha concluso - un’Europa in cui si fanno investimenti industriali quando il costo dell’energia, che è un elemento così importante, è tanto diverso dagli Stati Uniti?”