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​Sorpresa! Il mercato del gas è più liberalizzato di quello elettrico. Lo dice uno studio di IBL

where Milano when Lun, 09/12/2013 who redazione

Con un indice del 79% il gas risulta in assoluto il settore più liberalizzato tra i nove considerati, mentre l'elettricità si ferma al 30% e i carburanti fanno segnare un poco confortante 8%. La metodologia dell’Istituto Bruno Leoni si basa soprattutto sul prezzo della commodity

Non è vero che il mercato elettrico sia più liberalizzato di quello del gas. Quello considerato (unanimemente) un dato di fatto, viene oggi messo in discussione da uno studio, presentato all’Antitrust dall'Istituto Bruno Leoni, che solleverà qualche dubbio in più: con un indice del 79% il gas risulta essere infatti in assoluto il settore più liberalizzato tra i nove considerati, mentre l'elettricità si ferma al 30% e i carburanti fanno segnare un poco confortante 8%.
È la metodologia adottata a fare la differenza: essa si basa soprattutto sul prezzo della commodity, in particolare sul confronto tra il livello raggiunto e quello che si sarebbe potuto raggiungere tenendo conto della media europea. Vengono però tenuti in debito conto altri fattori, quali il numero di imprese con una quota di mercato superiore al 5% nel segmento della vendita finale, il livello di autosufficienza del Paese, il grado di unbundling delle reti ma anche il livello di produzione incentivata, quindi esclusa dal mercato. Proprio questo è uno dei fattori chiave che spiega l'esito dello studio.
“L'aumento della produzione incentivata da rinnovabili - spiega a QE Massimo Beccarello, professore associato di economia applicata all'Università di Milano-Bicocca e coautore dello studio per quanto riguarda gas ed elettricità - ha portato all'espansione della quota esclusa dal mercato, quantificabile nel 50% circa in termini di valore e intorno al 32% in termini di quantità. Questo ovviamente incide sul grado di liberalizzazione. Nel caso del gas, un fattore determinante per il calo dei prezzi è stata la flessione della domanda. Va infine considerato che da quest'anno il raffronto è fatto con 15 Paesi della Ue, contro i cinque degli anni passati”.
Da tale confronto, emerge che nel 2012 l'Italia occupa l'ottava posizione come livello di liberalizzazione del mercato gas (79%), in una classifica dominata dall'Irlanda. Questo grazie anche a una progressiva convergenza dei nostri prezzi rispetto alla media Ue.
Nell'elettrico, la posizione in graduatoria è molto meno lusinghiera: siamo penultimi, davanti solo alla Danimarca e molto distanti dai Paesi Bassi, in testa alla classifica. Anche nei carburanti siamo penultimi, con l'Irlanda ultima e il Regno Unito primo. In questo caso pesano la Robin tax, la “cattiva organizzazione della rete” e il basso tasso di penetrazione del self service e del non-oil. Con “leggi regionali che imbrigliano il settore impedendone l'evoluzione nella direzione di tutti gli altri Paesi europei”, dice lo studio.
Estendendo l'analisi a tutti i settori (non solo quelli energetici), l'Italia è addirittura ultima con un coefficiente del 28%, mentre il primo posto spetta al Regno Unito.
“La nuova metodologia - afferma Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell'Ibl e curatore dell'Indice - ci consente di confrontare più accuratamente l'Italia con gli altri Paesi, non solo per misurare la distanza che ci separa dalla nazione più progredita ma anche per capire quale sia la nostra situazione rispetto ai Paesi meno avanzati”.

Per avere maggiori dettagli dello studio vai qui.

 

 

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