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L’analisi. Rifiuti tessili. Per i consorzi un ruolo primario nel guidare l’industria della moda

where Milano when Gio, 30/05/2024 who roberto

L’espansione della responsabilità estesa del produttore anche al comparto del tessile comporterà l’obbligo di aderire a un consorzio ma c’è un vuoto normativo: mancano i decreti attuativi
di Giancarlo Dezio*

Cento milioni di tonnellate di tessutiecolight.jpg vengono prodotte ogni anno a livello globale ed immesse sul mercato. Materiale che arriva nelle nostre case sotto forma di indumenti, biancheria per la casa e altro e che poi, una volta concluso il suo ciclo di vita, solo in percentuali bassissime viene smaltito correttamente e quindi riutilizzato o riciclato.  Secondo recenti dati del Parlamento Europeo, l’Europa produce circa 16 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno, di cui solo il 12% viene riciclato. Anche perché l’industria della moda viaggia veloce e non riesce a stare ai ritmi che l’ambiente richiede. Ciò significa che la maggior parte dei tessuti finisce in discarica o viene incenerita, con tutte le gravi conseguenze che ne derivano. Ma entro il 2030 tutto questo dovrà cambiare: è infatti di pochi giorni fa (23 aprile) il via libera definitivo al Regolamento per la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili che comprende il divieto di distruzione di prodotti tessili e calzature invenduti. L’obiettivo è quello di favorire la riparazione e il riutilizzo per rendere il settore più sostenibile.

L’Unione Europea è intervenuta negli scorsi anni su questo tema stabilendo un pacchetto di direttive sull’economia circolare che ogni Stato membro dovrà istituire entro il 1° gennaio 2025 per la raccolta differenziata dei rifiuti tessili (art.11, comma 1 della Direttiva Europea 2008/98 come modificata dalla 2018/851). In Italia abbiamo anticipato la data al 1° gennaio 2022 (art. 2, comma 3, lettera a), 6 quater del D.Lgs. 116/2020).  Ma, realmente, cosa stiamo facendo?  L’espansione della responsabilità estesa del produttore (epr) anche al comparto del tessile comporterà nuovi doveri e adempimenti per le imprese produttrici e importatrici, tra cui l’obbligo di adesione a un consorzio specifico per il settore. Siamo però in un momento di vuoto normativo: esiste la legge ma non i decreti attuativi che ci permettono di operare e agire attivamente.  Il sistema dei consorzi si è già attivato mettendo in campo tutta l’esperienza e la competenza acquisita in altri settori merceologici e offrendo alle aziende produttrici l’opportunità di rimanere sempre informate e aggiornate sulle nuove direttive e novità normative.
Un aspetto chiave sul quale si sta lavorando è il rafforzamento del ruolo dei produttori. I sistemi collettivi, ovvero i consorzi come il nostro - Ecotessili - composti dai rivenditori e dai produttori stessi, dovranno operare in maniera proattiva secondo le linee guida europee, assumendo una gestione diretta del rifiuto. Inoltre, sarà fondamentale definire e regolamentare attentamente il processo di raccolta dei rifiuti tessili, così come chiarire il ruolo della distribuzione, sia tradizionale sia online. In ultimo, sarà centrale anche la gestione delle fibre sintetiche, che richiede un approccio basato su un’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment) conforme alle discussioni in corso a livello europeo.

In questo senso, il ruolo dei sistemi collettivi diviene centrale, non solo per il supporto fornito ai produttori per aderire alle regole del decreto, ma anche nell'identificazione e sviluppo di tecnologie innovative per migliorare il processo, identificando modi nuovi per riutilizzare i materiali. Anche l'informazione gioca un ruolo cruciale: i consorzi dovranno mettersi in gioco individuando nuovi strumenti e linguaggi per educare sia i consumatori sia i produttori sull’importanza di gestire i rifiuti tessili in modo sostenibile. Da questo impegno potranno nascere nuove sinergie tra produttori, enti governativi e altre organizzazioni per promuovere pratiche di recupero più innovative e sostenibili. Non ultimo, i consorzi dovranno ricoprire un monitoraggio e segnalazione dei progressi e delle possibili aree di miglioramento del processo di gestione e raccolta, guidando i decisori nelle future scelte e miglioramenti da apportare al sistema. In sostanza, il consorzio diventa un punto di riferimento fondamentale per guidare il settore tessile verso un futuro più responsabile e sostenibile.

Le imprese del settore sono estremamente attente a queste dinamiche, consapevoli che la sostenibilità non può essere un mero tema di marketing, ma una vera priorità nelle scelte dei consumatori. La direttiva Green Claims si muove proprio in questo senso: porre fine alle politiche di marketing fondate su termini come “ecologico”, “eco”, “verde”, “sostenibile” - se non certificate da enti terzi - che possono ingannare i consumatori velando pratiche di greenwashing.
La responsabilità del produttore nella gestione dei rifiuti tessili è già in atto da quasi due anni e mezzo, suscitando un forte interesse nel definire un quadro normativo chiaro e operativo. Attraverso la collaborazione con le istituzioni, le imprese e gli altri attori della filiera, siamo determinati a guidare questa trasformazione verso un futuro più sostenibile per tutti.
 
(*) Direttore Generale Consorzio Ecotessili del Sistema Ecolight

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