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La bella agricoltura. “The good farmer award”: candidature prorogate al 10 settembre

where Parma when Gio, 25/07/2024 who roberto

Saranno premiati i due progetti più innovativi e avanzati di agricoltura biologica rigenerativa: i due regenerative organic farmer of the year riceveranno 10mila euro per l’acquisto di materiali e per interventi finalizzati al miglioramento e allo sviluppo delle pratiche agroecologiche già avviate

È stata decisa una prorogagood-farmer.jpg per le candidature alla prima edizione del premio The Good Farmer Award. The Good Farmer Award nasce su iniziativa del gruppo Davines in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, autorevole centro studi sulla green economy in Italia. L’iniziativa è la prima in Italia che premia i giovani agricoltori che abbiano già avviato progetti ispirati ai principi fondamentali dell’agricoltura biologica rigenerativa e dell’agroecologia. La candidatura al premio è gratuita e una commissione di esperti selezionerà i due progetti più innovativi e avanzati. I due vincitori riceveranno dal gruppo Davines 10mila euro ciascuno per l’acquisto del materiale e per interventi finalizzati a migliorare e sviluppare le pratiche agroecologiche già avviate. La cerimonia di premiazione si terrà il 27 novembre 2024 al Davines Group Village di Parma.

 
Come fare
Gli agricoltori under 35, titolari dell’azienda o appartenenti alla famiglia imprenditoriale che la guida, potranno presentare il progetto entro le ore 18 del 10 settembre compilando il modulo sul sito https://davinesgroup.com/il-nostro-impatto/percorsi/the-good-farmer-award. Requisiti necessari per accedere al bando sono l’avere ottenuto una certificazione biologica e applicare i principi dell’agricoltura biologica rigenerativa e dell’agroecologia. In particolare gli agricoltori coinvolti e le loro aziende agricole dovranno dimostrare di utilizzare almeno 3 tra le strategie e le pratiche di agricoltura biologica rigenerativa e agroecologia identificate dal bando, tra cui la rotazione colturale, il minimo disturbo del suolo, l’utilizzo di fertilizzanti organici, la coltivazione di alberi associata a campi seminativi o a pascoli, l’uso di colture di copertura come le leguminose e la pacciamatura del terreno (ossia la copertura del terreno con materiale organico come paglia o foglie).

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