Indagine. Per gli italiani, contro il cambiamento climatico contano più i comportamenti dei singoli che le tecnologie
Pubblicata la terza Indagine della BEI sul clima 2020-2021: per gli italiani, ridurre le fonti fossili è necessario dal fatto che le riserve mondiali sono in via di esaurimento
Per il 41% dei cittadini italiani modificare profondamente i comportamenti individuali è determinante nella lotta ai cambiamenti climatici, ma bisogna sostituire i combustibili fossili perché il 45% degli intervistati pensa che il motivo principale sia che le riserve mondiali si stanno esaurendo e dobbiamo essere più autonomi.
Sono alcune delle risposte (anche sorprendenti) della terza Indagine BEI Banca europea per gli investimenti, che ha interrogato i cittadini dell’Unione europea sulle strategie a contrasto dei cambiamenti climatici. L’impatto più significativo per il 25% dei cittadini è dato dalle tecnologie, mentre per il 22% dagli investimenti pubblici e privati in progetti rispettosi del clima, e per il 12% dalla regolamentazione pubblica. In ogni caso, l’83% degli italiani pone l’accento sul fatto che le azioni in campo climatico devono tener conto dei divari di reddito e delle disuguaglianze sociali. Quanto alle distrubuzione delle risponde a livello geografico, se i cittadini in Portogallo (51%), Slovacchia (44%), Lussemburgo (43%) e Germania (42%) ritengono che la via maestra sia perseguire cambiamenti radicali di comportamento, per i cittadini dei paesi nordici conta di più l'innovazione tecnologica (40% in Svezia, 38% in Finlandia e 36% in Danimarca).
Meno combustibili fossili, ma per motivi economici
Quando si chiede agli intervistati italiani perché l'Italia dovrebbe ridurre la dipendenza dai combustibili fossili (ad esempio dal petrolio, gas naturale, carbone), il 45% afferma che il motivo principale è dovuto al fatto che le riserve mondiali sono in via di esaurimento, oppure che ciò li renderebbe più indipendenti dalle risorse di altri paesi. Per il 29%, invece, la ragione principale va vista nella necessità di ridurre l'inquinamento, soprattutto nelle città. Il 23% afferma che il vantaggio principale derivante da un minor uso di combustibili fossili sta nel contributo che ciò può dare alla soluzione del problema dei cambiamenti climatici.
Diminuire l’inquinamento dei mezzi privati e migliorare i trasporti pubblici
Gli italiani ritengono che le modifiche nel settore dei trasporti debbano essere prioritarie nella lotta ai cambiamenti climatici (43%), e attribuiscono a questo settore maggiore rilevanza rispetto ad altri cittadini europei (38%). Quasi la metà degli italiani si dichiara favorevole al maggior potenziamento dei trasporti pubblici (47%) e il 49% vede di buon grado le auto elettriche sovvenzionate. Per quanto riguarda i trasporti in ambito urbano, occorrerebbe puntare in primis su interventi quali l’imposizione di forti tasse sui veicoli inquinanti (34%) e il divieto di circolazione dei mezzi altamente inquinanti nei centri città (37%). Infine, per contribuire alla soluzione del problema dei cambiamenti climatici, gli italiani sono disposti a ridurre gli spostamenti quotidiani casa-lavoro, e per il 38% degli intervistati occorre spingere in via prioritaria a un ampliamento delle opportunità di telelavoro.
Consumi: vietare l’uso di prodotti altamente inquinanti
Oltre la metà degli intervistati italiani (54%) è favorevole all’attuazione di migliori sistemi di riciclo. Il 52% approverebbe il divieto di prodotti e servizi che causano la maggior parte dei gas a effetto serra, una percentuale superiore alla media europea (44%). D'altro canto va rilevato che, rispetto ad altri paesi europei, in Italia si registra un minor interesse a cessare la fabbricazione di prodotti non sostenibili o non riparabili (35%, rispetto al 48% in Europa).
Cina e Usa pro-tech
I cittadini di tutto il mondo sono divisi sulle scelte prioritarie da compiere per contenere il fenomeno dei cambiamenti climatici. In Cina e negli Stati Uniti gli intervistati credono soprattutto nell’aiuto dato dall’innovazione tecnologica (35% degli intervistati cinesi e 34% degli statunitensi), scelta prioritaria rispetto a quella riguardante il cambiamento dei comportamenti individuali (a cui crede il 32% dei cinesi e il 31% degli statunitensi). In Europa, il 39% degli europei ritiene che un cambiamento radicale delle abitudini individuali (nei consumi, trasporti, ecc.) sia il modo più efficace per combattere i cambiamenti climatici, mentre il 29% è più fiducioso nell'innovazione tecnologica.