Rapporto Unem. Ecco le due vie per decarbonizzare i trasporti pesanti
Le prospettive per i segmenti stradale e marittimo al 2030 e 2050 convergono su un punto: utilizzare tutte le opzioni tecnologiche. Il presidente Murano: «La filiera industriale che rappresentiamo ha già investito molto nello sviluppo di carburanti a bassa, se non nulla, impronta carbonica»
Una decarbonizzazione pragmatica e sostenibile dei trasporti pesanti deve includere tutte le opzioni tecnologiche. E i carburanti rinnovabili (Lcf), a basso contenuto carbonico, possono fornire un contributo cruciale per la sicurezza energetica, la competitività economica e la decarbonizzazione del sistema trasporti valorizzando le infrastrutture e le filiere esistenti. È quanto emerso dallo studio “Decarbonizzare i trasporti pesanti. Prospettive per i segmenti stradale e marittimo al 2030 e al 2050”, curato dal Gruppo strategico carburanti ed energie alternative per la mobilità di Unem (Unione energie per la mobilità – Unione petrolifera), in collaborazione con il Rie di Bologna. Lo studio è stato presentato nei giorni scorsi a Roma in collaborazione con Anita e Confitarma.
La ricerca analizza le prospettive del trasporto pesante stradale e marittimo in Italia considerando due scenari per i periodi 2030, 2040 e 2050: uno scenario base (a normativa invariata) e uno multifuel (che include l’utilizzo di carburanti a basse emissioni di carbonio), integrando le potenzialità dell’intermodalità nel traffico merci e gli obiettivi dell’Ue per la riduzione delle emissioni settoriali. Gli analisti concludono che mantenere aperte tutte le opzioni tecnologiche disponibili rappresenta una scelta razionale. Questo approccio non solo consentirebbe di raggiungere gli obiettivi ambientali prefissati, ma permetterebbe anche di tutelare le filiere industriali coinvolte, accompagnandole nel percorso di trasformazione.
Dopo aver delineato il quadro normativo, l’analisi descrive i due scenari: base e multifuel. In entrambi, secondo il documento, si otterrebbe una significativa riduzione delle emissioni (circa dell’80% per il settore marittimo e quasi azzerate per il trasporto stradale). Tuttavia, lo scenario multifuel si distingue per una maggiore affidabilità, grazie alla diversificazione tecnologica, che garantirebbe una copertura più sicura della domanda.
«L’obiettivo di questo lavoro è evidenziare come, per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, sarà necessario sviluppare tutte le soluzioni tecnologiche che sono in grado di dare un contributo concreto alla decarbonizzazione dei trasporti», ha sottolineato Gianni Murano, presidente Unem. «È essenziale evitare posizioni ideologiche che non tengono conto del reale contesto tecnologico», ha aggiunto Murano, «e che possono generare contraccolpi economici e sociali, persino precludendo il raggiungimento dell’obiettivo. La filiera industriale che rappresentiamo ha già investito molto nello sviluppo di carburanti a bassa, se non nulla, impronta carbonica ma, se non mettiamo in moto le adeguate economie di scala, partendo dal trasporto leggero, non arriveremo neanche a soddisfare la domanda di quei settori cosiddetti hard-to-abate, cioè aereo e marittimo».