Spreco alimentare, si riduce del 60% con la spesa a chilometro zero
Lo evidenzia un'analisi della Coldiretti per la giornata nazionale contro lo spreco alimentare. I cibi più freschi durano di più senza lunghi percorsi
Un taglio netto del 60% dello spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali facendo la spesa a chilometro zero con prodotti locali.
Lo rivela un'analisi della Coldiretti per la giornata nazionale contro lo spreco alimentare dello scorso 5 febbraio, nell'evidenziare che in Italia sta crescendo questo tipo di sensibilità, con 30 milioni di italiani che fanno la spesa dal contadino almeno 1 volta al mese, in aumento nel 2017 dell'11%.
Il risultato è che, secondo l'analisi Coldiretti su uno studio Ispra, lo spreco di cibo scende dal 40-60% per i sistemi di grande distribuzione alimentare ad appena il 15-25% per gli acquisti diretti dal produttore agricolo. Coloro che si approvvigionano esclusivamente tramite reti alimentari alternative sprecano meno, spiega la Coldiretti, perché i cibi in vendita sono più freschi e durano di più e perché non devono percorrere lunghe distanze con le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio.
È stato calcolato infatti che 1 chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12 mila chilometri, con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre 1 chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per più di 11 mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e l'anguria brasiliana, che viaggia per oltre 9 mila km, brucia 5,3 chili di petrolio e libera 16,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei.